venerdì 19 marzo 2010

Riflettiamo insieme

Cari ragazzi, i 3 video proposti di seguito sono innanzitutto un'occasione di riflessione per noi docenti che, a quanto pare, sebbene animati dalle migliori intenzioni pedagogiche, non potremo più a lungo prescindere da questa realtà...
Prima di cercare di stimolare un dibattito che coinvolga i colleghi docenti, mi piacerebbe sapere quanto di ciò che è proposto in essi vi appartiene veramente, se una didattica veicolata con modalità più tecnologiche o comunque più vicine al vostro modo di comunicare, coinvolgendovi maggiormente, potrebbe seriamente incidere e aiutarvi ad essere protagonisti più attivi, artefici più consapevoli della vostra crescita culturale... Fermo restando che:
  • "il problema non è cosa usiamo, ma il come lo usiamo e il perchè...";
  • "per trasformare le informazioni in conoscenze occorre non solo ancorarle a ciò che l'alunno conosce già (preconoscenze) ma anche all'orizzonte di senso che caratterizza la sua vita" (prof. G. Buonaiuti - Università di Firenze).
Vi invito caldamente a riflettere e a scrivere in questo spazio i vostri commenti. GRAZIE DI CUORE!!!
La prof.

31 commenti:

  1. bhè, vado sul 50 e 50.. nel senso ke possono aiutarci a coinvolcerci km possono essere strumenti di ulteriore distrazione.. ttt dipende da km se ne fa uso..

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  2. salve prof.,
    bhe come avete scritto voi e come dice arianna il problema non è lo strumento che usiamo ma come lo usiamo...questo può essere un mezzo di distrazione o di aiuto...bisogna essere consapevoli delle proprie azioni...;-)

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  3. salve prof
    io come loro penso che dobbiamo essere noi a stabilire un limite d'uso di questo strumento perchè bisogna fare la distinzione tra l'uso per utilità e l'eccesso che nn può fare altro che danneggiarci...:D

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  4. salve prof...
    io più o meno la penso come gli altri xk poi alla fine la nostra generazione è omologata....io credo ke noi dobbiamo essere coscienti dell'uso dello strumento e dobbiamo noi essere capaci a stabilire un limite...:D

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  5. Salve prof..
    allora io penso ke ognuno di noi abbia un proprio limite..a volte forse si esagera un pò con il tempo che si possa davanti pc computer o play station ma penso che ciò sia anche colpa magari dei genitori ke lasciano troppa libertà su queste cose ai propri figli non mettendo loro un limite.. Vabbe queste cose sono anke un mezzo k può essere usato sia x lavoro ke x svago..ma vanno usati in maniera giusta e limitata..!!

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  6. Salve Prof..
    io credo che l'uso della tecnologia sia una cosa straordinaria .Molti docenti invece di invogliarci a non usare il computer per le attivit� scolastiche ,sostenendo che attraverso di esso molte funzioni celebrali vengono perse,dovrebbero invogliarci a usarlo correttamente .Il problema � che come sempre il progresso fa paura e quindi non � facile da accettare.

    Un bacio prof:-)

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  7. per una volta grazia ha ragione infatti l'uso del computer e della tecnologia in generale andrebbero incoraggiati e,non scoraggiati dietro al pretesto che non sono utili.Per quel quel che riguarda i professori i metodi di insegnamento secondo me noi alunni dovremmo avvicinarci ai professori, ma anche loro, dovono coinvolgerci avvicinandosi di più a noi e al nostro mondo

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  8. Grazie Filo...almeno x una volta sei d'accordo cn me..ahahahahha

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  9. Riportiamo il focus sull'uso delle tecnologie nella didattica, non per svago...
    A Luigi dico che il problema sollevato da alcuni insegnanti, sul rischio che il computer o le macchine in generale, possano produrre "disattivazione cognitiva", è reale e ben documentato dalla letteratura. Basta pensare a come l'impiego precoce della calcolatrice disattivi le capacità di calcolo mentale. Altro rischio della multimedialità è il "sovraccarico cognitivo" il fatto cioè che troppe informazioni simultanee saturano la capacità della mente (in particolare della memoria di lavoro) di elaborarle per trasformarle in vere conoscenze. Baci.

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  10. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  11. salve prof.. è da tanto che nn vi scrivo cmq volevo dire che più o meno la penso come ttt i miei compagni è voglio sottolineare, che il pc si ci può danneggiare ma è pur vero che usandolo con dei limiti e correttamente ci può essere di grande aiuto
    un bacio a ttt

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  12. Cara Ivana, carissimi ragazzi,
    sono il prof. Griffo; mi introduco, spero per un apporto positivo, in questa bella comunità virtuale in cui già si respira quel clima da tutti desiderato, di comunicazione attiva fra studenti e professori realizzata col tramite di tecnologie "altre" da quelle consuete della didattica.
    Ho visto i tre video proposti dalla nostra amca Ivana e sono rimasto letteralmente sconvolto da alcune affermazioni e da alcuni dati evinti dai video...ma non erano notizie del tutto a me sconosciute: che la scuola spesso registri divaricazioni di percorsi fra docenti e discenti è cosa tristemente nota.
    NOI DOBBIAMO CAMMINARE INSIEME,IMPARARE INSIEME, INSIEME TROVARE I MODI PIU' ATTRAENTI, STIMOLANTI CREATIVI ED INNOVATIVI DI FARE SCUOLA.
    E' un prof triste e fallito qualsiasi prof che non può registrare il consenso dei suoi alunni, che non ne comprende lo stato d'animo, che non capisce il valore di ogni singolo gesto e che non si sente gratificato, ancor prima dall'aver concluso il programma, di aver raggiunto un bel feeling con la sua "famiglia" di alunni.
    Anch'io, in seguito alla partecipazione al corso di formazione sull'argomento tenuto per noi prof. dall'esperto Andrea De Luca, ho ritenuto molto utile attivare un gruppo (in-segno-di-segno) ed un blog (www.disegnamo.blogspot.com) aperto al confronto ed al servizio della mia splendida comunità di alunni.
    Dovendo, a pochi mesi di distanza dall'apertura di questi strumenti fare un breve bilancio di questa esperienza posso affermare sinteticamente che:
    - la considerazione e la gratitudine dei miei alunni nei miei riguardi è cresciuta;
    - molti alunni si sono sentiti gratificati di vedere pubblicati i propri disegni sul web e poterli così condividere con i propri amici su internet;
    - la didattica, stante anche l'indisponibilità di uno strumento più efficace (quale un sito potente su cui inserre molti dati velocemente - penso allle lezioni in power point di storia dell'arte che già ho predisposto), non ha registrato ancora grandi innovazioni nella sua dinamica di apprendimento (continuo a portare il mio portatile ed il mio proiettore per far vedere molte più immagini di quelle presenti sul noioso libro);
    - la fruizione da parte dei ragazzi, dopo un primo picco di entusiasmo iniziale è purtroppo calata in termini di contatti e la loro partecipazione è rimasta passiva (non scrivono commenti e quant'altro...a proposito, ancora complimenti invece a questa comunità per la sua partecipazione attiva!).
    Ultima nota e poi vi lascio (come al solito ho parlato troppo!)
    Viste le lavagne interattive ferme nei depositi del nostro istituto per la mancanza di spazi idonei per la didattica, sarebbe il caso che la voce degli studenti, a partire dai consigli di classe, a finire a quello d'Istituto, si levasse forte per pretendere aule attrezzate allo scopo di proiezione per favorire quei docenti che possono e vogliono avvalersene, e non sarebbe male una bella protesta per l'interdizione di internet nelle classi in seguito ad uno dei tanti deliranti decreti di Brunetta che, insieme alla Gelmini, straparlano di innovazione e crescita e poi umiliano le potenzialità della didattica...
    Vi lascio e abbraccio tutti (IVAna compresa!... era una battuta per dire IVA compresa: ecco ciò per cui i miei alunni mi strozzerebbero volentieri..le freddure!)

    Ciao

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  13. Grazie, Cosimo, per la tua affettuosa disponibilità ed il tuo autorevole parere. Ogni tua "incursione" in questo blog sarà benvenuta. Spero che il dibattito possa estendersi e ricevere il contributo anche di altri colleghi.

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  14. ahhahahhah....molto simpatico il prof Griffo :D
    cmq noi alunni x protestare siamo sempre pronti ;)

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  15. Cara Ivana,i 3 video mi hanno fatto pensare che se ci fosse un modo sicuro x comunicare e x trasferire conoscenze ai ragazzi sicuramente lo adotterei ma ho molti dubbi sull'efficacia di questi mezzi di comunicazione che usano un linguaggio troppo scarno e troppo piatto.Inoltre credo molto nei rapporti diretti interpersonali.Francamente se non ci fossero i rapporti umani nella scuola mi sentirei completamentente demotivata nel mio ruolo di docente.Continuo a pensare che alcuni strumenti possano essere utilizzati per attrarre l'attenzione su una tematica,per focalizzare alcuni concetti...e poi segue la necessaria lezione.Scusate sono antiquata xD
    (by claudia)

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  16. Cara Ivana, ho trovato molto interessante questo spazio virtuale che tu ed tuoi alunni avete creato e ti ringrazio per avermi invitato a riflettere su come poter migliorare la didattica nella scuola. La realtà mostrata su i video proposti non mi è nuova,avendo io, come ben sai due figli di vent'anni; i nostri studenti sono nativi digitali, e come tali hanno molta familiarità con gli strumenti e le tecnologie informatiche. Sicuramente la Scuola deve continuare ad implementare e a migliorare gli ambienti tecnologici per renderli sempre più fruibili dai diversi gruppi di apprendimento.Tutto ciò può certamente aiutare a vivacizzare la lezione, a stimolare la creatività degli studenti, a dilatare maggiormente nel tempo il rapporto con la scuola ed, effetto non trascurabile, a migliorare la relazione tra insegnante e studente.

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  17. Si, Franca, "dilatare il tempo scuola", anche con strumenti e modalità informali, quale può essere un semplice blog e stabilire una "relazione" meno gerarchica e più spontanea con i ragazzi. Mi piace leggere i loro post, sopratutto quando non sono io a chiederglieli... Entro nel blog e trovo le risorse che hanno voluto condividere con me e la classe... è bello! Così anch'io apprendo da loro (spesso anche sotto il profilo tecnologico). Grazie per la tua partecipazione ed il tuo contributo. Ti aspettiamo ancora. Un bacio ;-)))

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  18. Sicuramente Ada, nessun efficace processo di insegnamento/apprendimento, sopratutto con alunni di giovane età, può prescindere da un substrato di fiducia che risiede in una buona relazione e in un contatto face to face... noi lo sappiamo bene (qualche volta, anzi, non riusciamo ad andare oltre a questo)! Sono anche d'accordo che veicolare contenuti via web quando lo si può fare in "presenza", sia pedagogicamente più arido. Ma non è il caso della realtà scolastica. Forse non si tratta di sostituire radicalmente le vecchie modalità con le nuove, quanto di aggiungerle, di usare le tecnologie ad esempio, come diceva Franca, per dilatare il tempo scuola o per proporre i contenuti in modo più accattivante, privilegiando i canali cui sono abituati i giovani di oggi. E magari, non puntare tanto sulla quantità di contenuti, vista l'immensa mole di informazioni che hanno a disposizione sul web, (caso mai insegnare loro a filtrarla),
    ma su poche competenze chiave, creando contesti di apprendimento in cui i ragazzi siano più attivi e facciano più esperienza possibile...Learning by doing... Grazie per il tuo contributo a queste riflessioni. Ti aspettiamo ancora! Un bacio.

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  19. Cara Ivana (ankora xD)ritengo che il problema maggiore non sia tanto come raggiungere i ragazzi usando i loro linguaggi e utilizzando le nuove tecnologie x produrre messaggi ma farli stare seduti su una sedia a studiare.Credo che non esista strumento in grado di distrarre e pieno di insidie come il pc.Comunque ammetto di non conoscere appieno le potenzialità degli strumenti multimediali e delle nuove tecnologie,creando momenti di esperienza.....ho sempre la sensazione che siano metodi in grado di produrre situazioni di impatto,ma che poi sia impossibile andare oltre.
    Penso che la nostra generazione affronti questo mondo ,questo linguaggio con strumenti critici,con un bagaglio di esperienze che i ragazzi assolutamente non hanno. Per noi è un punto di arrivo,a loro manca il punto di partenza . Che sia necessario utilizzare ogni tipo di strategia siamo tutti d'accordo ma sul grado di importanza che tali tecniche rivestano nell'apprendimento ho veramente molte riserve.
    Ti manda un bacio una vera e totale refrattaria alle innovazione tecnologiche,Ada.

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  20. Allora il segreto potrebbe essere proprio, in primis, "raggiungerli" veicolando magari la didattica con modalità tecnologiche accattivanti (che oggettivamente ampliano enormemente gli strumenti a disposizione dell'insegnante), per tentare poi di fargli scoprire quanto può essere interessante ed anche bello trascorrere un pomeriggio seduti su una sedia a studiare...sui libri. Questo però richiede da parte nostra TEMPO, TEMPO per una progettazione accurata... Quanto agli strumenti critici necessari per non "annegare" nei rischi della rete (non so se ti riferisci a questo...)come l'overload informativo, la dispersività, l'attendibilità di risorse e informazioni, la perdita di tempo, la velocità e quindi la superficialità, avendone piena consapevolezza, dovremmo essere noi a fornirglieli. Certo occorrerebbe un ripensamento radicale e le scelte radicali, Ada, richiedono molto, molto coraggio. Baci.

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  21. Vi segnalo questo post sui "nativi digitali"
    http://www.fininformatica.it/wp/il-mito-dei-nativi-digitali/

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  22. Cara Prof. Ivana, ti porgo anzitutto gli auguri per il portale e i complimenti per la tua dedizione a sperimentare nuove situazioni e metodi a valenza didattica.
    Per quanto attiene l’argomento in questione, la prima cosa che mi viene in mente è quella di fare una sorta di trasposizione temporale per poter ascoltare dotti insegnanti, dalle sembianze un po’ primitive, discutere sull’utilità di una cannuccia vuota e dalla punta fine che qualcuno, successivamente, chiamò penna; strumento di grande innovazione, ma dal difficile utilizzo in quanto presupponeva la conoscenza della scrittura, o quanto meno la capacità di codificare un messaggio simbolicamente. Alcuni proto-prof, ancorati e immutevoli, rimasero sicuramente affascinati nel vedere le prime applicazioni della nuova tecnologia, ma ritennero che seppur simpatica e utile per fare qualche scarabocchio, la stessa non poteva soddisfare seriamente la necessità di divulgare i saperi e senza perdere tempo ritornarono in mezzo ai propri allievi per continuare il compito di travasare cultura con le solite spiegazioni ricche di ampie e delucidanti gesticolazioni.
    Ritornando ai noi, è fuor di ogni dubbio che la tecnologia ed in particolare quella informatica ha una importanza fondamentale per l’insegnamento ed ha, ancora, un grande potenziale in ambito didattico. Avere dei dubbi in merito è indicativo di uno stato di sofferenza interiore, indotto dal non vivere al passo con i tempi e da reminiscenze fuori luogo, oppure, probabilmente dalla non voglia di adeguarsi professionalmente (tutto sommato lo stipendio è quello che è).
    L’utilizzo dei nuovi strumenti impone un approccio metodologico significativamente diverso da quello a cui ci siamo normalmente abituati, che spesso non tiene conto dei reali bisogni formativi degli allievi. Le tecnologie informatiche, per essere efficaci, richiedono la selezione e la strutturazione in modo efficace, ragionato e mirato dei materiali didattici, relativamente alle competenze che vogliamo raggiungere con l’intervento didattico (parecchio lavoro). L’improvvisazione solo nei limiti di tale contesto, può definirsi creatività, altrimenti (far lezione improvvisando) prefigura solo il modo di trascorrere qualche ora in classe parlando e raccontando cose “dotte”. Va da se che l’utilizzo di nuove tecnologie presuppone il più delle volte qualche, adattamento funzionale nel setting delle aule e sicuramente presuppone investimenti in tempo e denaro; i docenti devono conoscere senza riserve lo strumento informatico; sistemi hardware e software, infatti, non devono avere segreti, in quanto necessari per la costruzione e l’assemblaggio dei materiali didattici e per istaurare nuove modalità comunicative con allievi e colleghi. La tecnologia, comunque, non può e non deve sostituirsi al rapporto insegnante-studente (anzi ci può venire in aiuto) che rimane un processo di fondamentale importanza per l’apprendimento, ma deve intendersi come facente parte di una rosa di strumenti che, se utilizzati in modo mirato e funzionale, ci facilitano enormemente nell’azione didattica .
    Consapevole che l’argomento meriterebbe un’analisi molto più approfondita e non sommaria come io l’ho resa, ti saluto caramente, Ciao

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  23. Grazie anche a te, Francesco, per aver generosamente raccolto l'invito con questo tuo pregevole intervento. Mi viene in mente che da qualche parte ho letto della teoria di Nielsen nota come "teoria 1-9-90". E' riferita alla partecipazione ai social media e si traduce in una tripartizione degli utenti: 1% effettivamente attivi e produttivi, 9% occasionalmente attivi e 90% fruitori passivi. O ancora la Teoria della Diffusione dell'Innovazione di Rogers (Innovatori, Primi adottatori,Prima maggioranza, Tarda Maggioranza, Tardivi). Questo solo per dire che è normale una gradualità nella diffusione delle innovazioni e che in questo processo lo scambio dialettico è fondamentale per trovare un giusto equilibrio tra entusiasmi e criticità. Insomma da un lato e dall'altro si finisce con l'interrogarsi...
    Sarà graditissimo qualunque apporto tu voglia ancora dare a questa discussione o qualunque forma di contributo al blog. Un affettuoso saluto. Ivana.

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  24. Cara Ivana, come vedi, pur se che con molto ritardo, riesco anche io a dare il mio piccolo contributo a questo interessantissimo dibattito "virtuale" creato da Te, colleghi e alunni. Dunque, tecnologia si o tecnologia no? Bel dilemma!! Potrei essere diplomatico è concludere che, come al solito, la verità sta nel mezzo, ma voglio essere sincero fino in fondo e dico: tecnologia no"!!! Chiariamo preliminarmente una cosa: io amo la tecnologia, la utilizzo giornalmente per il mio lavoro ma.... C'è un ma grande, grande che deriva da una considerazione che esula, solo apparentemente, dal problema "didattica tecnologica". Il rischio è che si possa diventare pcdipendenti dopo che si è stati teledipendenti ( con i risultati che, purtroppo, abbiamo giornalmente davanti). Se la tecnologia non è utilizzata con il dovuto raziocinio (ragazzi di 14,15,16 anni possiedono tale capacità?) si rischia di delegare al "mezzo" ciò che il nostro cervello potrebbe elaborare in un tempo più lungo e con uno sforzo maggiore. Conduciamo una vita frenetica, con tempi contingentati, corriamo corriamo, corriamo e non abbiamo il tempo e la voglia di prender carta e penna per fare una semplice divisione ( tanto c'è la calcolatrice), di prendere un dizionario per ricercare il significato di un termine sconosciuto ( tanto c'è wikipedia), di prendere un atlante (non oso dire un mappamondo) per trovare un luogo di cui abbiamo sentito parlare e che vorremmo conoscere (tanto c'è la mappa virtuale), o di consultare un testo per chiarirci un dubbio scientifico (tanto c'è google). Intendiamoci, non rimpiango i tempi di penna e calamaio, dico soltanto che il cervello è lo strumento più tecnologico che esista e il mancato utilizzo o l'uso improprio potrebbe comprometterne l'efficienza!! I ragazzi nella nostra attività didattica quotidiana devono essere coinvolti e per coinvolgerli veramente, a volte, è necessario disorientarli. Siamo convinti che il loro coinvolgimento aumenterebbe se usassimo continuamente un supporto tecnologico? Giornalmente abbiamo davanti ragazzi che utilizzano quotidianamente tali strumenti, dal pc all'i-pod, dalla play-station al nintendo. Sarebbero più incuriositi se il docente di geografia facesse lezione con una lavagna interattiva o con un mappamondo? Se il docente di Chimica entrasse in classe con una provetta o con un dvd? Il caro amico Cosimo lo ha indirettamente confermato nel suo apprezzatissimo intervento: "la fruizione da parte dei ragazzi, dopo un primo picco di entusiasmo iniziale è purtroppo calata in termini di contatti e la loro partecipazione è rimasta passiva (non scrivono commenti e quant'altro)". Forse si annoiano??
    Il rischio è l'omologazione!!! Utilizziamo tutta la tecnologia che vogliamo quando veramente ne abbiamo la necessità, ma evitiamo che essa diventi una nostra appendice. Ricordiamoci sempre che esiste l'Homo sapiens (l'uomo che sà) in quanto esiste l'Homo faber (l'uomo che fà)!!!
    Un abbraccio virtuale ( non sarebbe più bello un abbraccio reale????) a tutti voi
    Luciano Gimigliano

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  25. Caro Luciano [e Cara Caterina, so che ci sei anche tu! Dietro un Grande Uomo, c'è sempre una Grande Donna ;-)))]non ho impostato un timer, il dibattito è aperto e credo che, a livello più generale, resterà aperto ancora a lungo. Grazie, quindi, di queste riflessioni che condivido pienamente laddove asserisci: "si rischia di delegare al "mezzo" ciò che il nostro cervello potrebbe elaborare in un tempo più lungo e con uno sforzo maggiore". Certo questo è deleterio, sopratutto in menti giovani che ancora certe abilità devono acquisirle o imparare a padroneggiarle, prima di potersi consentire il lusso di delegare pigramente al mezzo. Forse non dovremmo pensare a questo quando pensiamo alle tecnologie nella didattica; intendo dire che non ha senso accendere una LIM per farci quello che puoi tranquillamente, più velocemente e più ecologicamente fare con gesso e lavagna. Bisognerebbe utilizzarle per fare quello che gli strumenti tradizionali non consentono, per ampliare le possibilità conoscitive non semplicemente per cambiare le modalità di fare le stesse cose (W la provetta se il DVD è una replica di quello che posso fare dal vivo, ma W il DVD o la rete quando mi aiuta ad esplorare i segreti dell'atomo o delle galassie di cui non è possibile avere esperienza diretta!; W il wiki se mi consente di collaborare alla stesura di un documento quando non sarebbe possibile incontrarsi dal vivo ed i nostri ragazzi sono in gran parte pendolari; W il blog dove, volendo, posso postare e condividere riflessioni anche "rilevanti"; W il gruppo o i forum dove confrontarsi sui temi più vari, probabilmente in modo più costruttivo di quanto avverrebbe in presenza senza un adeguato tempo d'incubazione delle idee; e W Google map se mi fa passeggiare per le vie di Singapore dove, al momento non ho in agenda di recarmi... E che dire delle immense risorse conoscitive della rete, disponibili a chiunque disponga di una semplice connessione? Scrive Luigi: "Tutte le informazioni, anche quelle più remote, sono diventate accessibili. Dal paese più piccolo d'Italia puoi collegarti con la più grande biblioteca del mondo e sfogliare (virtualmente) libri che altrimenti non avresti mai potuto consultare. Vedere capolavori custoditi in musei quasi irraggiungibili per la maggioranza degli amanti dell'arte...". Insomma, una rivoluzione sociale! Per il resto, non posso che concordare con te, potendo, dal vivo le esperienze sono più soddisfacenti, abbracci compresi :-))).

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  26. Caro Lucigim la tua analisi circa l’utilizzo delle tecnologie nella didattica mi sembra fuorviante in quanto non puoi sviluppare un’analisi corretta se parti da assunti, a mio avviso errati. Il rischio da te paventato ( la pc-dipendenza) che scaturisce da considerazioni di tipo sociologico sui possibili effetti negativi da parte dei media sui ragazzi (la TV come droga elettronica), cosa centra con l’utilizzo delle tecnologie a scopo didattico? Il dibattito, se vogliamo renderlo costruttivo deve essere analizzato nella nostra dimensione di insegnanti e discenti e in tale ambito anche la televisione acquista la sua importanza (pensiamo alla valenza culturale di alcuni programmi, solo se fossero seguiti dai ragazzi, trattati ed approfonditi in classe).
    Lo stesso catastrofico pericolo dell’esistenza di computer che ragionano al nostro posto e quindi di ostacolo al pieno sviluppo delle nostre facoltà cognitive, mi sembra nuovamente un’analisi fuorviante. Il computer è uno strumento e come tale va considerato. Non penso che il suo utilizzo possa condizionare lo sviluppo delle nostre capacità. Sostanzialmente ritengo che se uno è ottuso ed ha il computer, sarà un ottuso con il computer e quel computer forse è anche un po’ sprecato; ma ancora, che cosa centra con la didattica e le tecnologie?
    Io sostengo fermamente che in ambito didattico le tecnologie (non solo informatiche) sono molto utili, ad esempio nelle discipline scientifiche in quanto fra i diversificati usi, possono servire per modellizzare la realtà fisica e renderla più facilmente fruibile e comprensibile. Per i docenti di scienze è importante raccontare come è fatta, ad esempio, una cellula, ma è ancora più importante (anche dal punto di vista motivazionale) farla vedere; allora ci vuole la tecnologia: un semplice microscopio ottico (magari un microscopio elettronico) un camera CCD , un computer e una televisione ad alta definizione.
    Sicuramente vedere una esposizione di quadri antichi in un museo ha il suo fascino (sono coinvolti più canali sensoriali: posso sentirne l’odore e goderne la particolare atmosfera) ma se devo studiare quei quadri magari mi torna utile disporre di tecnologie tali per risolvere e vedere, ad esempio, i pigmenti delle pitture, anche a casa.
    Qui non si tratta nemmeno di contrapporre nuove tecnologie e libro, non si deve proporre una sostituzione ma una legittima convivenza.
    Io ritengo che il problema sta nell’attuale sistema didattico ancora centrato su un modello esclusivamente trasmissivo della conoscenza e ciò che il computer deve mettere in crisi, se vuole rinnovare la scuola, non è il libro, ma tale modello didattico rigido.
    Concludo citando testualmente due colleghi (Lino Armocida e Mario Gineprini) : Chi oggi ha ancora motivazioni ed energie per tentare di rinnovare il sistema scolastico può raccogliere la sfida a partire da un elemento che a noi sembra, al momento, il più qualificante: lo sfruttamento delle possibilità del computer di tracciare percorsi metacognitivi che permettano di passare da un sapere trasmesso ad un sapere costruito. Ciao

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  27. Grazie Francesco, delle tue riflessioni e per averci ricordato un'accezione più ampia della parola tecnologia. Proviamo a fare una sintesi:
    * le tecnologie non sostituiscono l'opera dell'insegnante ma vi si affiancano per arricchirla e renderla più efficace; questo quindi implica un loro uso appropriato, progettato, non improvvisato e funzionale ad un obiettivo didattico preciso.
    Un 'altra suggestione: nei video i ragazzi scrivono migliaia di sms all'anno...
    Quando comunicano informalmente sappiamo che gli scambi comunicativi "sono perfetti esempi di inventiva linguistica e disgregazione sintattica e grammaticale". Qualche volta ci adeguiamo anche noi! E nei contesti formali? Mi viene in mente che in una vecchia edizione del Gutenberg, il prof. Aversa, psichiatra di origini catanzaresi e docente presso l'Università La Sapienza di Roma, riferì di uno studio effettuato sulle tesi di laurea, fatte con la tecnica del copia-incolla. Nella maggioranza dei casi riflettevano un'assenza di struttura logica, di progettualità, di volontà di verificare un'ipotesi... Anche le ricerche fatte in rete dai nostri alunni spesso sono semplici copia-incolla senza nessuna rielaborazione-riorganizzazione dei materiali. Mi chiedo: questa "velocità" consente senz'altro di reperire un maggior numero di informazioni, ma quale probabilità che queste diventino conoscenze? E non si finisce con il dimenticare come si scrive veramente qualcosa di leggibile?

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  28. Carissimo Franco, la vita è bella anche perché ognuno riesce ancora ad avere pareri diversi e può liberamente esprimerli (per quanto tempo ancora ???) fin quando non ci si convince di avere errato.
    Dunque, Tu affermi che le mie affermazioni partono da un assunto sbagliato e di conseguenza diventano fuorvianti. Scusa ma rileggendo il mio intervento continuo a non trovare “l’assunto sbagliato”. E’ forse sbagliato affermare che la generazione di teledipendenti ( sei d’accordo che esista?) che qualche “mente raffinata” ha contribuito a creare ha portato ad un rapido degrado del livello culturale della nostra popolazione? ( sai che più dell’80% degli italiani non legge un quotidiano e prende per oro colato tutto ciò che la televisione afferma?). E’ forse sbagliato affermare che sta crescendo una generazione che attinge ogni tipo di informazione da un pc? E’ esagerato affermare che finanche i rapporti interpersonali si stanno delegando ai social network? Si può anche invidiare la disinvoltura con cui gli adolescenti, e sempre di più anche i bambini, imparano con i videogiochi, utilizzano creativamente la multimedialità, passano da You Tube a face book a Twitter, ma non si può ignorare quanta paccottiglia culturale e di altro genere passi anche da lì. Se tali premesse sono corrette, ritengo sia legittimo diffidare dell’utilizzo eccessivo della tecnologia anche nella didattica. Sottolineo ancora una volta che ciò che contesto non è l’uso ma l’abuso di essa. Tu affermi che “il computer è uno strumento e come tale va considerato”. Quanti dei tuoi o dei miei allievi sono consapevoli di ciò? L’uso sbagliato che le nuove generazioni fanno delle tecnologie e della rete non garantisce che l’informazione si traduca in effettiva conoscenza, comprensione, cultura, strumenti e metodi dell’apprendere!!
    Siamo davvero sicuri che le TIC nel processo di apprendimento abbiano quella valenza che cerchiamo di attribuirgli? Certo anche io sono convinto che essendo impossibilitato a far vedere realmente un atomo ai miei allievi la tecnologia possa essermi di supporto, anche io sono convinto che la rappresentazione di un orbitale attinta tecnologicamente aiuti ad una comprensione migliore se confrontata con quella che riuscirei ad elaborare io su una lavagna tradizionale, ma sono sempre più convinto che “l’apprendimento è un processo interattivo in cui le persone imparano l’una dall’altra, e non solo attraverso il narrare e il mostrare; è nella natura delle culture umane formare comunità in cui l’apprendimento è frutto di uno scambio reciproco” (Bruner) . In conclusione senza un’adeguata preparazione specifica, il coinvolgimento diretto, la convinzione, l’impegno di ricerca e sperimentazione degli insegnanti e senza l’uso consapevole, finalizzato e limitato degli studenti, il rischio, confermato dai fatti, è quello di un uso banale e didatticamente irrilevante anche delle tecnologie più sofisticate.

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  29. La citazione di Bruner non mi sembra in contrasto con il supporto di tecnologie nella didattica... condivido certamente le conclusioni circa il rischio di un uso didatticamente irrilevante delle tecnologie se tale uso non "aggiunge" nulla di nuovo rispetto all'impiego di strumenti più tradizionali.

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  30. Antonella ha detto...
    I video proposti fanno molto riflettere. Per quanto mi riguarda non sono particolarmente ferrata in materia di nuove tecnologie, ma quest'anno ho provato a chattare con i miei alunni di prima F. Le nostre conversazioni hanno riguardato argomenti leggeri o generici ma anche fatti di scuola e chiarimenti di studio. L'esperimento è stato gradito molto dai ragazzi perché li ha avvicinati sia all'insegnante che alla Scuola la quale, con l'aiuto delle tecnologie, si avvia così a diventare qualcosa di più vicino ai loro interessi e al loro modo di vivere.

    06 giugno 2010 20.32

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  31. Grazie di cuore, Antonella, per averci riportato la tua esperienza e per aver trovato un po' di tempo per farlo, proprio in queste intense giornate di fine anno scolastico. Un affettuoso saluto. Ivana.

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