venerdì 10 settembre 2010

Blog: The End

“Education is not only concerned with practical goals but also with values”.

Ludwig Mies Van Der Rohe – Bauhaus Archiv - Berlin

Carissimi ragazzi,

come forse saprete, non sarà possibile proseguire il cammino insieme. Vi confesso che fino a questa mattina nutrivo una, sia pur debolissima, speranza in senso contrario ma non è andata così… :-((. So, tuttavia, con certezza che chi mi seguirà sarà una guida competente, autorevole, sensibile; quindi non mi resta che augurarvi un anno scolastico proficuo e ricco di soddisfazioni e, nel contempo, ricordarvi che il quarto anno è particolarmente impegnativo e vi sarà richiesto uno sforzo maggiore rispetto al terzo. Abbiate cura del vostro futuro…

E così anche il blog si spegne. Prima che cali il sipario, desidero però fortemente ringraziarVi per aver accettato questa piccola sfida ed aver speso un po’ del Vostro tempo alla sua costruzione. So bene che molto avete fatto anche solo per compiacermi e, credetemi, per questo vi sono doppiamente grata. Certo è stato solo un piccolo spazio di comunicazione e condivisione ma, forse, con il crescere della mia e della vostra esperienza avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa di più maturo e significativo, metter su i piedini ed iniziare a camminare…

Grazie di cuore a tutti! Un abbraccio. La prof... per l'ultimo giorno ;-)

lunedì 16 agosto 2010

Papershow

 Papershow (clicca qui), una tecnologia interessante e relativamente economica (il kit costa 125 euro, mentre i blocchi di ricambio 8 euro l'uno).
Si tratta di carta comune (con un'area speciale) e di una penna digitale che invia radiocomandi ad un ricevitore collegato ad un PC.
A settembre 2010 dovrebbe essere disponibile una versione specifica per l'insegnamento. Qui il link ad un’esperienza d’uso sul “campo”.

"The Straight Story" - regia di David Lynch (1999) - Clicca qui

Dal film: "The Straight Story", titolo italiano "Una storia vera".

"Quando i miei figli erano piccoli, facevo un gioco con loro. Gli davo un rametto ciascuno e dicevo loro di spezzarlo. Non era certo un'impresa difficile. Poi gli davo un mazzetto e gli dicevo di provare con quello. Ovviamente non ci riuscivano. Quel mazzetto- gli dicevo- quello è la famiglia".

Richard Farnsworth (attore) interpreta il ruolo del protagonista: Alvin Straight.

mercoledì 28 luglio 2010

ABC di un anno scolastico di Tullio Carapella. Riflessioni sull'anno scolastico 2009-2010. Clicca qui.

"A come ALBA
B come BESTIE
C come CRISI
... R come Recupero

Per i ragazzi e le ragazze che restano indietro non vi è possibilità alcuna di recupero o redenzione. I corsi che dovrebbero servire allo scopo costano, e soldi non ce ne sono! E poi la scuola del merito, per gli alunni, significa proprio questo: premiare i bravi, come ha fatto Formigoni a gennaio nel forum di Assago, curarli e crescerli come è giusto fare con il fior fiore dell’italica e padana giovinezza, e scaricare gli asini, o meglio mandarli a lavorare a 15 anni, perché anche questo s’è inventato il governo in questo anno fantastico. La disoccupazione cresce, i trentenni sono quasi sempre a casa, e si sentiva la mancanza di una legge nuova per favorire anche in Italia lo sfruttamento minorile, perché poter plasmare uno schiavo di 15 anni, senza doverlo importare dall’Africa, è per l’imprenditoria dinamica e moderna un sogno che si realizza"...

giovedì 8 luglio 2010

MANIFESTO DEGLI INSEGNANTI (CLICCA QUI per accedere al manifesto)

Da: La scuola che funziona (community di educatori).


Don Milani

by myshangrila.it

lunedì 7 giugno 2010

venerdì 4 giugno 2010

Futuro o realtà?

Book

Un punto di vista interessante: il libro visto come un nuovissimo dispositivo tecnologico che funziona senza cavi, senza circuiti elettrici, senza batteria, senza necessità di connessione, è portatile, non "s'impalla", è 100% riciclabile ;-)))

Da "Diario di scuola" di D. Pennac

"Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che prova la stessa sinfonia. E se hai ereditato il piccolo triangolo... o lo scacciapensieri..., la cosa importante è che facciano... il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all'insieme. Siccome il piacere dell'armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera così brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica". 

mercoledì 26 maggio 2010

L' amicizia


















Avere un amico è una fonte di ricchezza dove potrai sempre appoggiarti dopo una burrasca. L’amicizia è come una giungla piena di avventure, emozioni, felicità e di insidie; ma se è davvero importante non morirà mai. spero vi piaccia prof. ... :D

Da: "Diario di scuola" di D. Pennac

Obiettivo del libro: ".. rassicurare i bambini che si credono stupidi, perché gliel’hanno fatto credere."

Sull'apprendimento a memoria di pagine di letteratura:

"E perché non imparare questi testi a memoria? In nome di che cosa non appropriarsi della letteratura? Forse perché non si fa più da tanto tempo? Vorremmo lasciare volar via pagine simili come foglie morte solo perché non è più stagione? E' davvero auspicabile non trattenere simili incontri? Se questi testi fossero persone, se queste pagine eccezionali avessero volti, dimensioni, una voce, un sorriso, un profumo, non passeremmo il resto della vita a morderci le mani per averli lasciati scappare via? ..."

Scuola: due visioni a confronto


Della bellezza

Madonna del libro - S. Botticelli 1841-Museo Poldi Pezzoli - Milano
Riproduzione di Silvia Salvadori: www.bottegadartetoscana.it


Tutte queste cose avete detto della bellezza,
Tuttavia non avete parlato di lei, ma di bisogni insoddisfatti,
E la bellezza non è un bisogno, ma un'estasi.
Non è una bocca assetata, nè una mano vuota protesa,
Ma piuttosto un cuore bruciante e un'anima incantata.
Non è l'immagine che vorreste vedere nè il canto che vorreste udire,
Ma piuttosto un'immagine che vedete con gli occhi chiusi
e un canto che udite con le orecchie serrate.
Non è la linfa nel solco della corteccia, nè un'ala unita ad un artiglio,
Ma piuttosto un giardino sempre fiorito ed uno sciame d'angeli
eternamente in volo.

Popolo d'Orfalese, la bellezza è vita quando la vita disvela
il suo volto benedetto.
Ma voi siete la vita e siete il velo.
La bellezza è l'eternità che si contempla in uno specchio.
Ma voi siete l'eternità e siete lo specchio.
Kahlil Gibran 

martedì 25 maggio 2010

Demarco: She's my baby

''Everyday me reminisce our love is here to stay'' E' solo una piccola frase di una canzone che per me quest'anno ha significato davvero molto. Spero vi piaccia :D

domenica 23 maggio 2010

Divertirsi a fare podcast.

Baldassarre Peruzzi, Apollo e le Muse (Firenze, Galleria Palatina).

Carissimi ragazzi, vi propongo questo podcast, la cui realizzazione mi ha immensamente divertita. Il soggetto un po' lo conoscete... Ma che cos'è esattamente un podcast? E' un file audio che si carica su uno dei tanti siti web che li ospitano e può essere scaricato dagli utenti sul proprio pc e quindi sul proprio ipod per ascoltarlo offline. Se la cosa dovesse stuzzicarvi, magari il prossimo anno potremmo provare a realizzarne qualcuno insieme!

Un bacio. La prof.

P. S. Sullo stesso tema, su youtube un video di Alberta Cuoghi (Clicca qui).

sabato 22 maggio 2010

V Canto-Inferno

Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e'l modo ancor m'offende.
Amor ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer si forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona!

venerdì 21 maggio 2010

All' Italia (Francesco Petrarca)

Virtù contro a furore prenderà l'armi, e fia el combatter corto, che l'antico valor nelli italici cor non è ancor morto.

I miei versi

La gloria di colui che tutto move per l'universo penetra, e risplende in una parte più e meno altrove. Nel ciel che più de la sua luce prende fu' io, e vidi cose che ridire né sa né può chi di là sù discende; perché appressando sé al suo disire, nostro intelletto si profonda tanto, che dietro la memoria non può ire.
Dante: Paradiso, canto I°

martedì 18 maggio 2010

mercoledì 12 maggio 2010

sabato 8 maggio 2010

"Those things that hurt, instruct"- Benjamin Franklin

EDUCATION 2.0: THE IMPORTANCE OF OWNERSHIP di Rob Tucker

Questo articolo, si inserisce nella riflessione in corso sull'uso delle tecnologie nella didattica ed è stato cortesemente tradotto per noi dalla prof.ssa M. Costumato. Clicca sul titolo per accedere all'originale.

[Parentesi: cos’è l’Education 2.0? È l’impiego degli strumenti del web 2.0 in ambito educativo. Il web 2.0 consente agli internauti di produrre e condividere contenuti per il web (testi, audio, video, animazioni) con strumenti relativamente semplici, senza dover conoscere linguaggi informatici specifici (html, etc.). Blog, forum, chat, wiki, social s.w. per la condivisione di siti preferiti, foto, video, documenti, social network come Facebook, MySpace, Linkedin, etc., appartengono tutti a questo panorama. Il termine web 2.0 è usato in contrapposizione a web 1.0 in cui l’utente era solo fruitore di pagine web].

Insegno in corsi per adulti da quasi 20 anni. Prima come lettore, poi come professore e, negli ultimi 10 anni come formatore e facilitatore per grandi organizzazioni, in tutto il mondo. Amo la tecnologia e le possibilità che offre ma credo che essa possa solo agevolare il successo educativo. Raramente lo guida. Man mano che la tecnologia diventa più pervasiva dobbiamo spostare il nostro focus sui “fattori guida”. Direi che un fattore guida per il successo educativo risiede nel senso di possesso del proprio sviluppo che ciascuno studente ha in sé. Se lo ha, troverà il modo di avere successo, altrimenti la tecnologia avrà comunque accresciuto il suo autocompiacimento.
Per esempio, ogni anno le compagnie offrono per via tecnologica, ai loro impiegati sempre più corsi e qualitativamente migliori. I meccanismi di distribuzione diventano più sofisticati, le analisi di mercato e la segmentazione demografica più precisi. La ricchezza di esperienze e la connessione dell’apprendimento con il mondo esterno, oltre l’aula scolastica, vanno sempre più diffondendosi. Oggi gli impiegati imparano di più di quanto non facessero nel 1970? Nel 1900? Non ne sono sicuro. Non ci sono prove convincenti in tal senso. Chi vuole imparare, impara di più. Gli autodidatti imparano di più. Gli impiegati delle migliori compagnie, imparano a ritmo serrato, ma ciò è dovuto più all’abilità delle aziende di attrarre le persone più impegnate nell’autosviluppo che alla qualità dell’educazione tecnologica. Gli studenti che si sentono artefici del loro sviluppo, usano bene le nuove tecnologie e ciò accelera il loro successo educativo. Ma l’acceleratore non è “la scintilla”.
Questo è il caso degli adulti … È così anche per i ragazzi? Non lo so, forse.
Ieri stavo facendo un’escursione a piedi con mio figlio. Era un tragitto piuttosto lungo per un ragazzo della sua età e mi ha chiesto: “Papà a te fanno male i piedi?”. “Si”, ho risposto. “Mi fanno male, ma non tutti i dolori sono negativi e tu volevi arrivare in cima alla collina. Vuoi fermarti?” Ha pensato un po’ e 10, forse 20 passi dopo mi ha detto: ”No, anche se i piedi mi fanno troppo male. Sarò felice quando saremo arrivati in cima”. Education 2.0 non impedirà che ci facciano male i piedi. Semplicemente ci consentirà di fare escursioni in luoghi più belli, meravigliosi.
Education 2.0 non sarà un posto facile, libero da lotte e conflitti. Sarà un luogo duro. Dove demoni e oppositori e coloro che scoraggiano gli altri hanno la stessa risonanza di chiunque altro. Per un Gandhi online, c’è un bullo online. Sarà un posto pieno di confusione. Doloroso. Sarà anche un posto meraviglioso, dove la vera liberazione ed il progresso intellettuale saranno possibili in un modo e su una scala mai visti nella storia umana. Education 2.0 non è principalmente e solo tecnologia. È attrezzare gli studenti con quegli strumenti e quella fiera determinazione di cui avranno bisogno per imparare con e attraverso quella tecnologia. È incoraggiare l’intraprendenza intellettuale – fare dei nostri studenti centinaia di milioni di pionieri, alla ricerca di una propria strada per la felicità ed il successo.
Education 2.0 è impadronirsi del proprio destino educativo. Le istituzioni si trasformeranno più velocemente della nostra capacità di tenerne il passo. Tra i crack delle infrastrutture educative esistenti, cresceranno vari tipi di prodotti educativi di cui sarà impossibile prevedere il successo. Ciò di cui i nostri studenti avranno bisogno è l’amore per l’apprendimento, ma non dovremmo scambiare questo per un facile “love affair”. L’amore per l’apprendimento è una relazione difficile. L’apprendimento fa male talvolta. L’apprendimento fa paura, il più delle volte. Il suo impatto è troppo spesso proporzionale alla sua sofferenza. Come lo descrisse *Benjamin Franklin: “Those things that hurt, instruct” (Le cose che fanno male, istruiscono).
Parafrasando Martin Luther King, noi dovremmo insegnare ai nostri studenti che la sofferenza è redentiva e che la redenzione prende la forma dell’apprendimento. Education 2.0 sta insegnando agli studenti cosa fare quando il sistema non funziona, quando l’insegnante non è valido, quando la scuola sta fallendo, quando il distretto è in bancarotta. La risposta in ogni caso è elevarsi sopra il fallimento ed usare il potere della tecnologia per oltrepassare ogni barriera. È il modello reale di liberazione con la tecnologia – non si tratta di scintillanti città di vetro – bensì di arrangiate ma efficaci soluzioni, con i fili di fuori e le valvole nella tua casa sempre sul punto di scattare perché stai scaricando troppa informazione. È aprire un idrante. È prendere la scintilla che è il desiderio d’imparare ed incorporarvi un inestinguibile fuoco.

*Benjamin Franklin (Boston, 17 gennaio 1706 – Filadelfia, 17 aprile 1790), scienziato e politico statunitense.

sabato 1 maggio 2010

Catch the wind



"...Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi".
                                                                     A. Merini

martedì 20 aprile 2010

La dismissione della scuola (clicca qui)

"Modern morality consists in accepting the standard of one’s age. I consider that for any man of culture to accept the standard of his age is a form of the grossest immorality".
Lord Henry - Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray.

"La moralità moderna consiste nell’accettare gli standard della propria era. Io considero che per ogni uomo di cultura accettare gli standard della propria era è una forma della più volgare immoralità".

giovedì 15 aprile 2010

Un'antica favola indiana

In un'antica favola indiana, alcuni uomini ciechi si trovano per la prima volta di fronte ad un elefante. Nessuno di loro conosce, nè ha mai sentito, dell'esistenza di un siffatto animale. Si accostano quindi cautamente all'elefante e ciascuno tocca la parte dell'animale che gli è più prossima... "L'elefante è una colonna!", esclama il primo uomo che tocca una delle gambe. "Oh, no! È come una fune!", dice il secondo, che sta toccando la coda. "No! È come il ramo di un albero!", dice il terzo, che sta toccando la proboscide. "È un grosso ventaglio!", dice il quarto, che sta toccando l'orecchio dell'elefante. "È come un grosso muro!", dice il quinto, che sta toccando il ventre. "Oh, no! L'elefante è un tubo solido!", esclama il sesto uomo, che sta toccando una zanna. E così iniziano a litigare e a diventare sempre più agitati. Un uomo saggio passa di lì per caso e, vedendoli, chiede loro: "Qual è il problema per cui litigate in questo modo?". I sei non vedenti rispondono: "Non siamo d'accordo sulla forma dell'elefante". E ciascuno racconta nuovamente la propria versione.
L'uomo saggio, dopo averli attentamente ascoltati, con calma spiega loro: "Ciascuno di voi ha ragione. Il motivo delle divergenze sta nel fatto che ognuno ha toccato una parte diversa dell'elefante. Infatti l'elefante possiede tutte le caratteristiche che avete appena descritto".
Cosa ci insegna questa favola? Che intorno a ciascun problema vi è una molteplicità di prospettive legittime... ma anche che ogni individuo può riconoscere la forma dell'intero solo comunicando con gli altri e, nella consapevolezza che la propria è una visione parziale e limitata, rendendosi disponibile ad accogliere l'altrui verità... 

giovedì 25 marzo 2010

VANTAGGI E SVANTAGGI DELL’USO DI INTERNET.


"Chi avrebbe mai pensato che uno strumento nato per trasferire in modo rapido informazioni militari avrebbe cambiato, in modo ancor più rapido, il mondo intero? Quella di Internet, la rete delle reti, è l'invenzione che ha trasformato il modo di comunicare, ancor più che la televisione, la radio, forse anche più del telegrafo, la prima diavoleria che permise di far viaggiare le parole velocissimamente. Eppure Internet è costantemente sotto processo, guardato con diffidenza da quanti ancora non si arrendono all'idea che in un piccolo computer portatile possa essere custodito un archivio di dati, immagini, suoni impossibile da raccogliere in cento grattaceli. Molti sono gli ‘’avversari’’ di questa novità, che sostengono: Un ragazzino potrebbe imbattersi in un sito (così vengono definiti i luoghi virtuali frequentabili dai navigatori) diseducativo. Non pensiamo solo alla pedofilia, ma anche a pagine che incitano alla violenza, di qualsiasi forma con conseguenze assolutamente imprevedibili e ingestibili dai genitori. La dipendenza da Internet troppe volte diventa una mania, una fissazione, rischiando di portare il navigatore a confondere i due piani: quello della vita reale e quello della vita virtuale. E spesso si finisce con il preferire la finzione alla realtà, trasferendosi in un mondo ideale ma astratto. Nessun controllo delle informazioni viene fatto alla base, una falsa notizia può propagarsi all'infinito da un continente all'altro senza che nessuno ne verifichi la fondatezza. Internet è vulnerabile. Esposto agli attacchi di quelli che sono stati definiti i Pirati del 2000: gli hacker. Nessuna banca dati sembra essere immune, il pericolo che un virus o un baco distrugga l'intera memoria di un computer è sempre presente. Gli esempi di strutture violate dai pirati informatici sono frequentissimi: dalla Casa Bianca al Vaticano nessuno è stato risparmiato. Ma l'elenco dei vantaggi e delle conquiste è altrettanto pesante. I favorevoli sostengono che Internet ha abbattuto i confini, e non solo quelli geografici. Tutte le informazioni, anche quelle più remote, sono diventate accessibili. Dal paese più piccolo d'Italia puoi collegarti con la più grande biblioteca del mondo e sfogliare (virtualmente) libri che altrimenti non avresti mai potuto consultare. Vedere capolavori custoditi in musei quasi irraggiungibili per la maggioranza degli amanti dell'arte. Conoscere tutto dell'ultimo film dell'attore preferito mentre è ancora in lavorazione. Oltre alla gente comune su questo argomento si sono espressi anche molti scienziati che hanno studiato l’evoluzione del cervello grazie all’utilizzo della tecnologia. La notizia positiva è che stiamo sviluppando la capacità di filtrare le informazioni e di prendere decisioni rapide. La cattiva è che la generazione di internet abbia discrete difficoltà di attenzione a causa dello stress di cercare continuamente nuovi stimoli e nuove informazioni. Quindi io credo che la soluzione sta nel capire come la tecnologia influisca sulle nostre vite e sui nostri cervelli e prenderne il controllo e quindi utilizzarla come uno strumento utilissimo e di libertà; ma non esitiamo ad abbandonarla un po' nel momento in cui dovessimo renderci conto che sta assumendo il sopravvento nelle nostre vite".

Birra e salute: gli effetti collaterali di un uso consapevole



 Un libro che affronta l'argomento birra e salute. Negli ultimi giorni è rimbalzata su diversi blog birrari (non ultimo quello di Roger Protz) la pubblicazione dei risultati di uno studio dell’Università della California, secondo il quale la birra sarebbe ottima per prevenire le malattie delle ossa. L’effetto dipenderebbe dall’alto contenuto di silicio della bevanda, in grado di ridurre sensibilmente il sorgere di problemi fisiologici come l’osteoporosi. Si tratta certamente di una buona notizia, che va ad alimentare tutta la letteratura impegnata a scovare effetti collaterali – positivi o negativi – nel consumo di birra. D’altro canto, che la birra sia un ottimo alimento per le ossa non è una novità. Lo scorso agosto apparve sul sito de La Stampa un articolo che rivelava i risultati di una ricerca spagnola, secondo i quali il nostro nettare preferito rappresenterebbe per le donne una sicura protezione alla osteoporosi. Lo studio ha analizzato la densità ossea delle mani di diverse donne, scoprendo che coloro che assumevano regolarmente birra avevano ossa più robuste. Anche in questo caso il silicio è la sostanza determinante, di cui la birra è l’alimento occidentale col più alto tasso di concentrazione. Inoltre, bisogna segnalare anche una forte presenza di fitoestrogeni, che aiutano a mantenere le ossa sane. E le buone notizie non finiscono qui. Un passato articolo, sempre pubblicato su La Stampa, spiegava come la birra artigianale fosse un ottimo alimento per mantenersi in forma. Il riferimento alle produzioni artigianali è voluto, perché solo queste mantengono intatto il loro valore nutrizionale, a differenza delle birre industriali, che, a causa dei trattamenti produttivi che subiscono, sono bevande “morte”. Oltre agli effetti benefici sulle ossa, secondo l’articolo in questione la birra artigianale eviterebbe i rischi di malattie coronariche e abbasserebbe il colesterolo nel sangue. Inoltre, la presenza di polifenoli e luppolo ridurrebbe l’attività di enzimi responsabili della formazione delle rughe. Insomma ce n’è per tutti i gusti… Sfortunatamente non è tutto rose e fiori. In particolare una ricerca canadese (ripresa dal sito della Reuters), ha rivelato che chi beve regolarmente birra o liquori può essere più facilmente soggetto a diversi tipi di tumore. Nel dettaglio: alcuni ricercatori dell’Università McGill di Montreal hanno condotto un’indagine su circa 3.600 canadesi tra i 35 e i 70 anni e hanno scoperto che chi ha dichiarato di bere alcolici in media una volta al giorno, ha una probabilità maggiore di ammalarsi di alcuni tipi di cancro — all’esofago, allo stomaco, al colon, al pancreas, al fegato, alla prostata e ai polmoni — rispetto agli astemi e ai bevitori occasionali. Quanto al tipo di alcolici, gli studiosi hanno scoperto che solo la birra e i super alcolici, e non il vino, sono connessi a un maggiore rischio di tumore. - Inoltre molti intenditori in questi ultimi anni hanno voluto sottolineare che, a differenza delle conserve solide per le quali si deve dichiarare la composizione, per la birra e le bevande alcoliche è sufficiente dichiarare il contenuto di alcol. Quindi ai consumatori non resta che fidarsi dell’onestà di birrai, vinattieri e distillatori. Ci vuole molta buona volontà, tenendo conto di quel che è successo nel corso dei secoli , ma i produttori di oggi sanno che disastro può rappresentare per loro una pubblicità negativa. 

venerdì 19 marzo 2010

Riflettiamo insieme

Cari ragazzi, i 3 video proposti di seguito sono innanzitutto un'occasione di riflessione per noi docenti che, a quanto pare, sebbene animati dalle migliori intenzioni pedagogiche, non potremo più a lungo prescindere da questa realtà...
Prima di cercare di stimolare un dibattito che coinvolga i colleghi docenti, mi piacerebbe sapere quanto di ciò che è proposto in essi vi appartiene veramente, se una didattica veicolata con modalità più tecnologiche o comunque più vicine al vostro modo di comunicare, coinvolgendovi maggiormente, potrebbe seriamente incidere e aiutarvi ad essere protagonisti più attivi, artefici più consapevoli della vostra crescita culturale... Fermo restando che:
  • "il problema non è cosa usiamo, ma il come lo usiamo e il perchè...";
  • "per trasformare le informazioni in conoscenze occorre non solo ancorarle a ciò che l'alunno conosce già (preconoscenze) ma anche all'orizzonte di senso che caratterizza la sua vita" (prof. G. Buonaiuti - Università di Firenze).
Vi invito caldamente a riflettere e a scrivere in questo spazio i vostri commenti. GRAZIE DI CUORE!!!
La prof.

Un'inquietante realtà... da cui non si può prescindere. Vogliamo parlarne insieme?

A short video summarizing some of the most important characteristics of students today - how they learn, what they need to learn, their goals, hopes, dreams, what their lives will be like, and what...


Come si apprende nel nuovo millennio?

Video introduttivo dei lavori del seminario internazionale ADi 2009 che si è svolto a Bologna il 27 e 28 Febbraio 2009 dal titolo: DA SOCRATE A GOOGLE: Come si apprende nel nuovo millennio. Categoria: Istruzione.

Come apprendono i "nativi digitali"?

This project was created to inspire teachers to use technology in engaging ways to help students develop higher level thinking skills. Equally important, it serves to motivate district level leaders to provide teachers with the tools and training to do so.

mercoledì 17 marzo 2010

Martin Luther King

''I HAVE A DREAM'' I have a dream that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: '' We hold these truths to be self-evident, that all men created equal.'' I have a dream that one day on the red hills of Georgia the sons of former slaves and the sons of former slave owners will be able to sit down together at the table of brotherhood. I have a dream that my four little chinldren will one day in a nation where thay will not be judged by the color of their skin but by the content of their character.

martedì 16 marzo 2010

Una poesia di Maria Teresa di Calcutta

Dai il meglio di te
Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
non importa, fai il bene.
Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
non importa realizzali.
Il bene che fai verrà domani dimenticato.
Non importa fai il bene.
L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
non importa, sii franco e onesto.
Dai al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci.
Non importa, dai il meglio di te.
Bibliografia: www.pensieriparole.it/poesie/autori/m/madre-teresa-di-calcutta/pag2

domenica 14 marzo 2010

Perché le persone gridano quando sono arrabbiate? Leggete questo pensiero di Mahatma Gandhi.

Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli: "Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?" "Gridano perché perdono la calma" rispose uno di loro. "Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore. "Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?" Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore. Allora egli esclamò: "Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano." Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."

sabato 13 marzo 2010

Bagnischiuma

I prodotti che vengono aggiunti nell'acqua del bagno non vengono usati solo per la loro azione detergente, ma anche per le loro proprietà tonificanti. A tale scopo si utilizzano profumazioni piacevoli, estratti vegetali che migliorano l'irrorazione sanguigna della pelle. La maggior parte dei preparati per bagno contengono saponi sintetici. Dal momento che questi saponi possono avere un'azione sgrassante troppo energica e quindi seccare la pelle, non si dovrebbe prolungare un bagno in vasca per più di 20-30 minuti. La cosa migliore sarebbe di fare non più di 2 volte a settimana il bagno completo. La temperatura dell'acqua dovrebbe aggirarsi tra i 35 e i 39°C, a 37°C si ha un effetto calmante, mentre oltre i 40 °C la temperatura risulta nociva per la pelle e la circolazione sanguigna. I bagnischiuma vengono usati per lavare e rinfrescare la pelle durante il bagno in vasca. I prodotti di questo tipo formano una ricca schiuma e conferiscono all'acqua un piacevole profumo; inoltre non formano sali insolubili e depositi sulle pareti della vasca da bagno. Di solito sono liquidi e sono costituiti essenzialmente da tensioattivi sintetici non aggressivi in quantità molto variabili: I prodotti più a buon mercato contengono solo piccole quantità di sostanze detergenti. Essi formano una buona schiuma, ma una schiuma priva di qualità detergenti, la quale scompare con l'aggiunta di sapone naturale, che funge da inibitore della schiuma. Quando si usano bagnischiuma con elevato contenuto di tensioattivi non bisogna usare del sapone naturale per levar via lo sporco dal corpo. Per attenuare l'azione sgrassante dei tensioattivi vengono aggiunte sostanze con proprietà emollienti e curative per la pelle. I prodotti a basso costo contengono questi additivi solo in quantità minima; i bagnischiuma ricchi di sostanze emollienti non formano una schiuma abbondante. Il bagnoschiuma è ben tollerato dalle pelli normali o grasse,nel caso di pelle secca è meglio spalmarsi di creme grasse dopo il bagno. Spesso vengono aggiunte essenze profumate o estratti di erbe per conferire a queste sostanze proprietà rinfrescanti o rilassanti. I bagnischiuma possono anche contenere ammorbidenti per l'acqua e altri sali inorganici. E' da dire che l'estrema diluzione con cui questi principi attivi sono presenti nei bagnischiuma e la brevità del periono per cui vengono lasciati agire li rende con molta probabilità inutili..!!
Bibliografia: La chimica di tutti i giorni di G. Vollmer e M. Franz- Ed. Zanichelli.

L'alcool e la chimica del nostro corpo

Se analizziamo una bevanda alcolica troviamo che contiene molte sostanze oltre all’acqua e all’ALCOOL che, per il nostro organismo, resta un veleno. Il fegato contiene un enzima, l’alcool deidrogenasi (ADH), che si sbarazza di questo composto indesiderato trasformandolo in ACETALDEIDE. Questa molecola viene a sua volta trasformata in ACIDO ACETICO da un altro enzima ed entra nel ciclo di krebs, le cui reazioni chimiche conducono allo sviluppo di energia e alla formazione di anidride carbonica. Il fegato può sostenere grandi quantità di alcool ma gli ci vuole tempo. Se una persona assume troppo alcool in poco tempo può anche morire. Un fegato normale può elaborare 12ml (10g) di alcool in un’ora. L’assorbimento dell’alcool nel nostro organismo inizia nella prima parte dell’apparato digerente: la bocca; la maggior parte viene però assorbita nello stomaco e nell’intestino. Il 10 % dell’alcool assunto abbandona il nostro corpo attraverso l’aria espirata, il sudore e l’urina. Il rimanente 90% viene elaborato dal fegato. Vi sono anche effetti cronici associati all’assunzione abituale di alcool, quali disturbi mentali e menomazioni della memoria. Bevute eccessive – specie a stomaco vuoto – possono causare infiammazioni gastriche acute, aggravate dalla formazione di acetaldeide, concausa dell’ulcera gastrica. Che influenza ha l’alcool sugli organi del nostro corpo? CERVELLO E SISTEMA NERVOSO CENTRALE (SNC): l’alcool ci fa sentire più felici, più a nostro agio con il prossimo, e più disinibiti nel dire e nel fare. Nel linguaggio tecnico l’alcool è definito “DEPRIMENTE” ma ciò non significa che ci renda depressi. Significa che rallenta l’attività del SNC in modo che i messaggi ci mettano più tempo a viaggiare lungo le fibre nervose. ORECCHIO: è l’organo che ci dà il senso dell’equilibrio. L’alcool fa cambiare la densità del fluido e del tessuto auricolare, e quanto più alcool assumiamo tanto più evidenti sono i mutamenti che culminano con la perdita del normale senso dell’equilibrio. Il risultato è che barcolliamo nel tentativo di compensare la sensazione di essere sul punto di cadere. PELLE: qui si fanno sentire gli effetti dell’acetaldeide, che dilata i vasi sanguigni e ci fa sentire caldo. La vasodilatazione nel cuoi capelluto e intorno al cervello può portare a un forte mal di testa. L’alcool fa aumentare il numero delle pulsazioni e la pressione il che esalta la sensazione di calore. STOMACO: l’uomo digerisce l’alcool più rapidamente della donna perché nello stomaco ha più ADH, l’enzima che trasforma l’alcool in acetaldeide. Di conseguenza l’uomo tollera più della donna l’alcool, perché a pari quantità ingerita ne passa di meno dallo stomaco nel sangue. FEGATO: è il principale organo deputato a eliminare l’alcool ma come abbiamo visto lo fa lentamente. Si sa perfino di persone che non hanno mai superato l’esame all’etilometro, che misura l’alcool nell’aria espirata, 24 ore dopo l’ultima bevuta. Benché l’alcool sia ricco in calorie, non placa il nostro appetito, sembra anzi che lo stimoli. RENI: se bevete un quartino di vino (circa 2 bicchieri), il vostro organismo elimina almeno mezzo litro di acqua sotto forma di urina nelle due ore successive. Normalmente i nostri reni riassorbono e riutilizzano l’acqua, grazie ad un ormone detto VASOPRESSINA, situato nella ghiandola pituitaria alla base del cervello. L’alcool riduce la quantità di vasopressina e così i reni non ricevono il comando di riciclare l’acqua, la inviano quindi alla vescica che poi la scarica. SESSO: l’alcool può esaltare il desiderio sessuale, soprattutto abbassando le nostre inibizioni. Può prolungare la prestazione sessuale rallentando il sistema nervoso. Troppo alcool però rilassa talmente i muscoli dell’uomo da interferire con l’erezione.
Bibliografia: Prodotti chimici- Guida per il consumatore- J. Emsley - Ed. Zanichelli.
By SARA LOPRETE ROSSELLA NICOLETTA 3°G

Che cosa rende dolce una molecola?

La maggior parte di noi considera gli aromi come riserva speciale di cuochi e pasticceri, e ne considera l’impiego come un’arte, non come una scienza. Invece l’aroma fa parte della chimica alimentare. La chimica del gusto ha fatto grandi progressi negli ultimi anni nella comprensione di almeno uno dei sapori principali: il dolce.

Si ritiene che il gusto del dolce sia legato, oltre alla composizione molecolare, anche alla capacità della molecola di soddisfare una geometria triangolare. A un angolo del triangolo ci deve essere un atomo di idrogeno (H), che deve unirsi all’ ossigeno (O) o all’azoto (N) sul recettore. Nel far ciò esso forma un cosiddetto legame a idrogeno. Si tratta di una debole interazione basata sull’attrazione tra un atomo di idrogeno e uno di ossigeno o azoto. Al secondo angolo ci deve essere un atomo di ossigeno o di azoto che attragga un idrogeno presente sul recettore, formando anche in questo caso un legame a idrogeno. al terzo angolo sono posizionati atomi di idrogeno che non devono essere coinvolti in legami a idrogeno: essi sono legati ad atomi di carbonio (C). Se ci sono questi componenti nelle giuste posizioni, si può essere certi che la molecola avrà un sapore dolce. Il triangolo del dolce che si adatta a un recettore è simile a una spina elettrica che si adatta a una presa appropriata; quando molecola e recettore si adattano una corrente viene trasmessa al cervello e si avverte il sapore dolce. Anche se possiamo progettare e preparare una molecola dolce, vi sono fattori che la possono rendere praticamente inadatta. La maggior parte dei dolcificanti scoperti finora sono sensibili al calore, il che è un grave inconveniente. Il dolcificante perfetto non è ancora stato scoperto o progettato, benché sene possano prevedere le caratteristiche: deve essere migliaia di volte più dolce dello zucchero, ma con lo stesso gusto e lo stesso aroma “pieno”; non deve avere alcun retrogusto; deve essere atossico e acariogeno; deve passare inalterato nel nostro organismo. Non si devono trascura neanche le esigenze dei produttori: deve essere facile da preparare e purificare e deve conservarsi a lungo. Deve essere solubile in acqua e alcool, resistere agli acidi, e deve essere stabile alle temperature della cottura dei cibi. Sappiamo che il dolcificante perfetto non risolverebbe il problema del sovrappeso che affligge i paesi dell’Occidente, può essere addirittura controproducente, se incoraggiano la gente a mangiare di più i cosiddetti alimenti dietetici.

IL POTASSIO

Caratteristiche generali.
Il potassio è l'elemento chimico di numero atomico 19. Il suo simbolo è K e deriva dall'iniziale del nome latino, Kalium. È un metallo alcalino tenero, bianco-argenteo, che si trova in natura combinato con altri elementi sia nell'acqua di mare che in molti minerali. Si ossida rapidamente all'aria, ed è molto reattivo, specie con l'acqua; somiglia molto al sodio per il suo comportamento chimico. Il potassio è molto leggero, è addirittura meno denso dell'acqua. Come gli altri metalli alcalini reagisce violentemente con l'acqua, generando idrogeno e idrossido di potassio; la reazione è così violenta che l'idrogeno prodotto nella reazione, può prendere fuoco. I suoi sali emettono una luce violetta se esposti alla fiamma. Il potassio è presente in alcuni fertilizzanti, entra in gioco nel meccanismo degli scambi ionici cellulari, si usa nella polvere da sparo. La chimica del potassio e' quasi interamente quella del suo ione, K+. La maggior parte del potassio si trova nella crosta terrestre sotto forma di minerali, come feldspati ed argilla la cui erosione spiega l'elevata concentrazione di questo elemento nel mare (0.75 g/litro). I principali mineralei da cui è estratto sono silvite e pinkish, carnallite e alunite. In passato l'area estrattiva principale era la Germania, oggigiorno la maggior parte dei minerali di potassio viene dal Canada, dagli Stati Uniti e dal Cile. La produzione mondiale di potassio estratto e' di 50 milioni di tonnellate/annue e le riserve sono vaste (oltre 10 miliardi di tonnellate). Il potassio e' un elemento chiave per le piante. Nonostante sia solubile in acqua, solo una minima parte è persa nel terreno, perchè appena viene rilasciato da piante morte ed escrementi di animali, si lega rapidamente alle particelle di argilla, pronto per essere riassorbito dalle radici di altre piante.
Impieghi tecnologici e commerciali.
Il 95% del potassio è usato nei fertilizzanti; il resto va soprattutto a formare l'idrossido di potassio (KOH) e il carbonato di potassio (K2CO3). Il carbonato di potassio e' usato nell'industria del vetro, soprattutto per il vetro usato per fare televisori, mentre l'idrossido di potassio e' usato per fare sapone liquido e detergenti. Il cloruro di potassio è usato in prodotti farmaceutici, gocce medicali e iniezioni di sale. Altri sali di potassio sono usati nei forni per il pane, nella fotografia, nella conciatura della pelle e per fare sali iodizzanti. In tutti i casi e' l'anione negativo, non il potassio, a costituire la chiave applicativa.
Effetti sulla salute e sull'ambiente.
Il potassio puo' essere trovato in vegetali, frutta, patate, carne, pane, latte e nocciole. Gioca un ruolo importante nella fisica del sistema fluido del metabolismo umano ed assiste la funzione dei nervi. In forma di ione K+ si concentra nelle cellule dove vi si trova il 95% del potassio presente nel nostro corpo. Quando i nostri reni sono in qualche modo malfunzionanti si verifica un accumulo di potassio, che può portare ad un disturbo nel battito cardiaco. Se inalato può causare irritazione a occhi, naso, gola, polmoni ed esposizioni piu' elevate possono causare la formazione di fluido nei polmoni e morte. Il contatto con pelle e occhi può causare severe briciature con danni permanenti. Per quanto concerne gli effetti ambientali, il potassio insieme ad azoto e fosforo è uno dei macrominerali essenziali per la sopravvivenza delle piante. La sua funzione primaria nelle piante consiste nel suo ruolo nel mantenimento della pressione osmotica e della dimensione delle cellule, quindi influenzando la fotosintesi e la produzione energetica cosi' come l'apertura degli stomi e il rifornimento di anidride carbonica, turgore delle piante e movimento di nutrienti. E' quindi richiesto in proporzioni relativamente alte per la crescita delle piante. E’ un elemento poco solubile e poco dilavabile. Nel terreno il potassio lo si trova sotto varie forme: • potassio organico: utilizzabile solo dopo la mineralizzazione; • potassio scambiabile: trattenuto dai colloidi, è cedibile lentamente; • potassio solubile: direttamente assorbibile dalle piante; • potassio fissato: rinchiuso nel reticolo cristallino di alcuni minerali argillosi, il suo grado di disponibilità non è ben circostanziato; • potassio in combinazioni minerali: inutilizzabile direttamente, fatta eccezione per quello che passa in soluzione durante i processi di formazione del suolo. Read more: http://www.lenntech.it/periodica/elementi/k.htm#ixzz0gSYLu35f
Bagalà Nadia 3°G