venerdì 11 dicembre 2009

Paracelso

Figlio di un medico, Paracelso nasce nel 1493 a Einsiedeln, in Svizzera. In realtà, il suo vero nome è Philipp Theophrast Bombast von Hohenheim; tuttavia, egli stesso lo muta in "Paracelsus" con probabile riferimento al grande medico romano Aulo Cornelio Celso, vissuto nel I secolo, considerato uno dei padri della medicina antica, e noto anche per la sua notevole cultura in ogni ambito del sapere. La scelta di tale appellativo da parte dello scienziato svizzero sembra indicare la sua volontà di incarnare completamente la figura del "medico perfetto", esperto in ogni ramo dello scibile in quanto iniziato al segreto ultimo dell'intera realtà. E' uno dei più famosi alchimisti rinascimentali e a lui si deve, in particolare, lo sviluppo della iatrochimica (la chimica al servizio della medicina). Sono davvero poche le notizie certe a proposito della biografia di Paracelso, dal momento che la sua controversa figura ha dato luogo a numerose leggende. Si sa che viaggia a lungo per l'Europa e che studia in Italia, forse a Ferrara. Probabilmente intorno al 1520, Paracelso si trova in Tirolo insieme al banchiere tedesco Sigismund Fugger, esperto alchimista. Qui ha l'opportunità di studiare le miniere, le caratteristiche dei minerali e le malattie dei minatori. Si tratta di un'esperienza estremamente importante, perché proprio in quanto alchimista Paracelso offre i suoi migliori contributi alla medicina. Nel 1526, a Basilea, egli riesce a salvare la gamba malata di un libraio famoso in tutta Europa, Johann Froben, ritenuto inguaribile dalla medicina ufficiale. Basandosi su quella che egli stesso chiama "medicina spagirica", Paracelso cura il libraio con terapie naturali e conservative. Grazie alla guarigione di Froben, egli inizia ad insegnare alla Facoltà di Medicina di Basilea. Secondo la leggenda, avrebbe bruciato pubblicamente i libri di Galeno e di Avicenna, procurandosi così l'allontanamento dall'Università. Egli infatti propone uno scarto rispetto ai suoi predecessori ritenendo che la sua arte medica, oltre che sull'alchimia dovesse fondarsi su altri tre pilastri: la filosofia, l'astrologia (la salute è influenzata dagli astri) e l'etica. Paracelso è autore di numerose opere, fra le quali si possono citare: Undici trattati sull'origine, le cause, i segni e la cura delle singole malattie (1520); Tre libri di chirurgia (1528); La grande chirurgia (1536); Paramirum (1562-75); Paragranum (1565). Muore a Salisburgo nel 1541. A proposito dell'arte medica, egli è convinto che si debbano derivare "le cose dalla natura, non dall'autorità ma dall'esperienza propria"; in altri termini, Paracelso rifiuta l'approccio dogmatico allo studio e alla pratica della medicina. Si pensa che egli sia tra i primi ad occuparsi del cosiddetto "ballo di San Vito", e che, sul piano della scienza moderna, abbia avuto il merito di isolare l'idrogeno, di scoprire l'etere solforico e di negare che l'aria sia un "corpo semplice". Per comprendere le novità introdotte da Paracelso in campo medico, occorre rilevare il suo spiccato interesse per l'alchimia, definita una "scienza di trasformazioni" e, a suo parere, comprendente tutte le tecniche chimiche o biochimiche. Egli considera il corpo umano come un sistema chimico, in cui svolgono un ruolo centrale i due principi tradizionali degli alchimisti, il mercurio e lo zolfo, cui aggiunge anche il sale. Su queste basi, rifiuta la dottrina dei suoi predecessori secondo la quale la salute o la malattia dipendono dall'equilibrio o dal disordine dei quattro umori fondamentali (acqua, aria, terra, fuoco), e sostiene invece che la reale causa delle malattie sia da ricercare nello squilibrio dei tre principi chimici sopra enunciati: il mercurio, che è comune a tutti i metalli, lo zolfo, che costituisce il principio della combustibilità, e il sale, che egli ritiene principio di immutabilità e di resistenza al fuoco. Date queste premesse, secondo Paracelso la salute può essere ristabilita attraverso medicinali di natura minerale, e non più di natura organica. Inoltre, egli sostiene che le malattie sono processi specifici per i quali occorrono rimedi altrettanto specifici, mentre, in questo periodo, molti pensano che esistano rimedi, o elisir, efficaci per tutte le patologie. Evidentemente, la medicina di Paracelso è mescolata ad elementi filosofici, teologici, alchimistici e astrologici. Tuttavia, egli ha offerto un contributo fondamentale alla sua disciplina, perché dal complesso delle sue idee si è sviluppato un programma di ricerca fondato sulla nozione del corpo umano inteso come sistema chimico. Vale la pena ricordare che molti hanno subito la sua influenza o hanno esaltato in diversi modi la sua figura, e fra questi si possono segnalare: Shakespeare, Goethe, O. Spengler, F. Gundolf, C. F. Meyer, R. Steiner, E. Pound, Carl Gustav Jung.
Da "Le idee della Chimica" Ed. Zanichelli; http://http://www.filosofico/ .net

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