domenica 13 dicembre 2009

"Essere" da Il Giardino del Profeta di K. Gibran

Sandro Botticelli: Primavera - Galleria degli Uffizi - Firenze
Secondo la lettura più comune, il giardino in cui è ambientata la composizione è una sorta di hortus conclusus, uno spazio circoscritto ideale e in sé perfetto dove tutto è armonia di forme e sentimenti, che ricorda il giardino delle Esperidi. Di solito le nove figure sono così identificate rispettivamente: al centro si trova Venere, dea della bellezza e dell’amore, posta contro un cespuglio di mirto, pianta a lei sacra; sopra la dea, vola Cupido, bendato che sta per scoccare una freccia verso le tre Grazie, che danzano in cerchio; accanto a queste ultime, sulla sinistra Mercurio, con i calzari alati e il caduceo, tiene lontane le nubi difendendo la magica perfezione del giardino; a destra, Zefiro, il vento pungente che introduce la primavera, rapisce la ninfa Clori, dalla cui bocca fuoriescono tralci di fiori; la stessa Clori appare accanto trasformata nella dea Flora, grazie al dono di nozze fattole da Zefiro; Flora, divinità giovane e feconda, protettrice dei lavori agricoli e della fertilità femminile, prende fiori dal lembo della veste sul suo grembo.
...uno dei discepoli gli domandò: "Maestro parlaci dell'essere. Che significa essere?"
..."essere significa essere saggi, senza estraniarci rispetto ai folli; significa essere forti ma non per disfare i deboli; scherzare con i piccoli, non come padri, ma come compagni desiderosi di apprendere i loro giochi. E essere semplici e schietti con vecchi e vecchie e sedere con loro all'ombra delle antiche querce... e andare alla ricerca di un poeta anche se egli vive al di là dai sette fiumi...senza nessuna domanda sulle labbra; e sapere che il santo e il peccatore sono fratelli gemelli... e seguire la Bellezza anche quando ti condurrà sull'orlo del precipizio; e seguirla benchè essa abbia le ali e voi siate senz'ali... e essere un giardino senza mura, vigna senza guardiano, una casa di tesori sempre aperta ai passanti; e essere derubati, defraudati, ingannati, sì, condotti fuori strada e poi intrappolati e poi derisi, e tuttavia guardare a tutto questo dall'alto del vostro io più grande e sorridere, sapendo che arriverà una primavera nel vostro giardino e danzerà tra le vostre foglie, e verrà un autunno a maturare i vostri grappoli; sapendo che se solo una delle vostre finestre è aperta verso Oriente, non resterete mai vuoti; sapendo che tutti quelli che sono giudicati malfattori e ladroni...sono vostri fratelli in stato di necessità...
Essere significa essere un tessitore con dita capaci di vedere... Miei compagni e miei beneamati, siate audaci e non mansueti; siate aperti e non ristretti; e fino alla mia ultima ora e alla vostra siate il vostro io più grande".

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