domenica 24 gennaio 2010

Lo stagno

Bronzi di Riace (Particolare)
Museo Nazionale - Reggio Calabria

Caratteristiche generali. Lo stagno è l’elemento chimico che ha simbolo Sn e Z pari a 50. Questo metallo di post-transizione argenteo, duttile e malleabile, che non si ossida facilmente all'aria e resiste alla corrosione, si usa in molte leghe e per ricoprire altri metalli più vulnerabili alla corrosione. Lo stagno si ottiene soprattutto dalla cassiterite, SnO2, e dalla stannite, Cu2FeSnS4. Ha una struttura cristallina particolare che provoca uno stridio caratteristico quando una barra di stagno viene piegata (il rumore è causato dalla rottura dei cristalli): se riscaldato, perde la sua duttilità e diventa fragile. Questo metallo resiste alla corrosione da acqua marina, distillata e da acqua potabile, ma può essere attaccato da acidi forti, da alcali e da sali acidi. Lo stagno (dal latino stannum) è stato uno dei primi metalli ad essere scoperto, e fin dall'antichità venne intensivamente usato in lega con il rame, di cui aumenta di molto la durezza e le doti meccaniche, formando il bronzo (90% circa di Cu e 10% circa di Sn), in uso fin dal 3500 a.C. In epoca moderna l'alluminio ha soppiantato alcuni usi dello stagno, ma il termine stagnola è ancora, a volte, impropriamente usato per ogni metallo argenteo in forma di fogli sottili. Lo stagno metallico si produce riducendo il minerale con carbone, in una fornace a riverbero. La Malesia produce il 40% dello stagno del mondo. Le altre aree estrattive principali sono Bolivia e Brasile. La produzione globale è al di sopra delle 140,000 tonnellate all'anno e le riserve ammontano a più di 4 milioni di tonnellate.
Impieghi tecnologici e commerciali. Lo stagno si lega facilmente col ferro ed è stato usato in passato per rivestire piombo, zinco e acciaio. I contenitori, lattine e scatolette, in banda stagnata (lamierino di acciaio stagnato) sono tuttora largamente usati per conservare i cibi, un uso che copre gran parte del mercato mondiale dello stagno metallico. La stagnatura superficiale protettiva di leghe ferrose (latta) e di altri metalli copre, infatti, il 35% di tutto il consumo di Sn. Essa, che viene realizzata con il solo stagno o con leghe contenenti anche zinco, cadmio o nichel, può venire eseguita sia per immersione nel metallo fuso, sia per via elettrolitica da soluzioni alcaline (è il processo più impiegato). Alcuni sali organici vengono usati in agricoltura come anticrittogamici e come alghicidi nelle risaie. Numerosi composti organici dello stagno sono impiegati come stabilizzatori per materie plastiche, in particolare per pvc. Anche in sintesi organica sono state trovate applicazioni per alcuni composti organometallici contenenti stagno, come il dibutil stagno ossido o l'idruro di tributilstagno, un agente riducente le cui reazioni di riduzione decorrono con meccanismo radicalico.
Effetti sulla salute e sull’ambiente. L'ossido di stagno è insolubile e molto resistente alla corrosione, quindi la quantità di stagno in terreni ed acque naturali è bassa. Le piccole quantità di stagno che si possono trovare nei cibi in scatola non sono dannose per gli esseri umani. Però, i composti trialchilici e triarilici dello stagno sono biocidi, e devono essere maneggiati con molta attenzione. I legami organici dello stagno costituiscono, infatti, la forma di stagno più pericolosa per la salute. Essi sono applicati in tantissime industrie e il numero di applicazioni di tali composti sta ancora aumentando. Trietilstagno è il composto organico dello stagno più pericoloso per gli esseri umani. Il metallo può essere assorbito attraverso gli alimenti, la respirazione ed attraverso la pelle, causando sia effetti acuti che di lunga durata. Gli effetti acuti sono: irritazione di occhi e pelle, mal di testa e di pancia, malessere, stordimento, difficoltà di respiro, ecc.; gli effetti a lungo termine sono: depressione, danni al fegato, al sistema immunitario, ai cromosomi, al cervello, scarsità di globuli rossi. I composti organici dello stagno sono molto persistenti e non abbastanza biodegradabili. I microrganismi hanno, infatti, molta difficoltà a scinderli. Una volta adsorbiti su particelle di fango, possono diffondere attraverso i sistemi idrici causando moltissimi danni agli ecosistemi acquatici, poiché sono molto tossici per i funghi, le alghe ed il fitoplancton. Il tributilstagno è il composto più tossico per pesci e funghi, mentre il trifenilstagno per il fitoplancton. Lo stagno organico disturba lo sviluppo, la riproduzione, i sistemi enzimatici ed i modelli di alimentazione degli organismi acquatici. L'esposizione avviene principalmente nello strato superiore dell'acqua, dove i composti di stagno organico si accumulano.
by Luigi e Pasquale
Fonti:http://www.ing.unitn.it/~colombo/Stagno/stagno_relazione_finale.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Stagno

3 commenti:

  1. Sarete dei maestri nell'arte del temporeggiare... ma avete fatto un buon lavoro! Visto, poi, che a vostro dire siete gli "alunni migliori del mondo!!" le mie aspettative sono moooltoo (per dirla alla Mattia) alte! Un abbraccio. ;-)

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  2. Prof ancora non ci conoscete bene ma noi le aspettative non le deludiamo mai siamo praticaente infalibili (sempre modestie a parte)..ahahah.... un abbraccio.:-)

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  3. Bene...bene... giudicheremo la pianta dai frutti...

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