giovedì 25 marzo 2010
VANTAGGI E SVANTAGGI DELL’USO DI INTERNET.
Birra e salute: gli effetti collaterali di un uso consapevole
venerdì 19 marzo 2010
Riflettiamo insieme
Prima di cercare di stimolare un dibattito che coinvolga i colleghi docenti, mi piacerebbe sapere quanto di ciò che è proposto in essi vi appartiene veramente, se una didattica veicolata con modalità più tecnologiche o comunque più vicine al vostro modo di comunicare, coinvolgendovi maggiormente, potrebbe seriamente incidere e aiutarvi ad essere protagonisti più attivi, artefici più consapevoli della vostra crescita culturale... Fermo restando che:
- "il problema non è cosa usiamo, ma il come lo usiamo e il perchè...";
- "per trasformare le informazioni in conoscenze occorre non solo ancorarle a ciò che l'alunno conosce già (preconoscenze) ma anche all'orizzonte di senso che caratterizza la sua vita" (prof. G. Buonaiuti - Università di Firenze).
La prof.
Un'inquietante realtà... da cui non si può prescindere. Vogliamo parlarne insieme?
Come si apprende nel nuovo millennio?
Come apprendono i "nativi digitali"?
mercoledì 17 marzo 2010
Martin Luther King
''I HAVE A DREAM'' I have a dream that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: '' We hold these truths to be self-evident, that all men created equal.'' I have a dream that one day on the red hills of Georgia the sons of former slaves and the sons of former slave owners will be able to sit down together at the table of brotherhood. I have a dream that my four little chinldren will one day in a nation where thay will not be judged by the color of their skin but by the content of their character.
martedì 16 marzo 2010
Una poesia di Maria Teresa di Calcutta
domenica 14 marzo 2010
Perché le persone gridano quando sono arrabbiate? Leggete questo pensiero di Mahatma Gandhi.
Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli: "Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?" "Gridano perché perdono la calma" rispose uno di loro. "Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore. "Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?" Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore. Allora egli esclamò: "Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano." Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."
sabato 13 marzo 2010
Bagnischiuma
Bibliografia: La chimica di tutti i giorni di G. Vollmer e M. Franz- Ed. Zanichelli.
L'alcool e la chimica del nostro corpo
Bibliografia: Prodotti chimici- Guida per il consumatore- J. Emsley - Ed. Zanichelli.
Che cosa rende dolce una molecola?
La maggior parte di noi considera gli aromi come riserva speciale di cuochi e pasticceri, e ne considera l’impiego come un’arte, non come una scienza. Invece l’aroma fa parte della chimica alimentare. La chimica del gusto ha fatto grandi progressi negli ultimi anni nella comprensione di almeno uno dei sapori principali: il dolce.
Si ritiene che il gusto del dolce sia legato, oltre alla composizione molecolare, anche alla capacità della molecola di soddisfare una geometria triangolare. A un angolo del triangolo ci deve essere un atomo di idrogeno (H), che deve unirsi all’ ossigeno (O) o all’azoto (N) sul recettore. Nel far ciò esso forma un cosiddetto legame a idrogeno. Si tratta di una debole interazione basata sull’attrazione tra un atomo di idrogeno e uno di ossigeno o azoto. Al secondo angolo ci deve essere un atomo di ossigeno o di azoto che attragga un idrogeno presente sul recettore, formando anche in questo caso un legame a idrogeno. al terzo angolo sono posizionati atomi di idrogeno che non devono essere coinvolti in legami a idrogeno: essi sono legati ad atomi di carbonio (C). Se ci sono questi componenti nelle giuste posizioni, si può essere certi che la molecola avrà un sapore dolce. Il triangolo del dolce che si adatta a un recettore è simile a una spina elettrica che si adatta a una presa appropriata; quando molecola e recettore si adattano una corrente viene trasmessa al cervello e si avverte il sapore dolce. Anche se possiamo progettare e preparare una molecola dolce, vi sono fattori che la possono rendere praticamente inadatta. La maggior parte dei dolcificanti scoperti finora sono sensibili al calore, il che è un grave inconveniente. Il dolcificante perfetto non è ancora stato scoperto o progettato, benché sene possano prevedere le caratteristiche: deve essere migliaia di volte più dolce dello zucchero, ma con lo stesso gusto e lo stesso aroma “pieno”; non deve avere alcun retrogusto; deve essere atossico e acariogeno; deve passare inalterato nel nostro organismo. Non si devono trascura neanche le esigenze dei produttori: deve essere facile da preparare e purificare e deve conservarsi a lungo. Deve essere solubile in acqua e alcool, resistere agli acidi, e deve essere stabile alle temperature della cottura dei cibi. Sappiamo che il dolcificante perfetto non risolverebbe il problema del sovrappeso che affligge i paesi dell’Occidente, può essere addirittura controproducente, se incoraggiano la gente a mangiare di più i cosiddetti alimenti dietetici.
IL POTASSIO
venerdì 12 marzo 2010
Curiosità sui rossetti
Le labbra sono tra le parti più sensibili del corpo. Sono caratterizzate solo da uno strato corneo sottile, privo di grasso e di ghiandole sudoripare e con pochissime ghiandole sebacee. Esse si mantengono umide solo con la saliva. I cosmetici per le labbra non devono provocare essiccazioni o irritazioni e inoltre non possono contenere sostanze tossiche perchè essendo a contatto con la bocca vengono ingerite. I cosmetici moderni non vengono assorbiti dalla pelle e quindi non si hanno effetti nocivi . I rossetti sono in forma di stick a base grassa contenente oli, cere e altri ingredienti; tra gli additivi abbiamo grassi semisolidi come il burro di cacao e la lanolina, miscele di esteri di acidi grassi isomeri che migliorano la stesura cera d'api, alcanolammidi di acidi grassi e alcol cetilico per ammorbidire la pelle. Per accrescere la conservabilità degli stick colorati per le labbra si aggiungono sostanze antiossidanti e conservanti. I rossetti più moderni sono trissotopici, cioè hanno un punto di fusione relativamente alto ma diventano scorrevoli quando si spalmano, facilitandone l'applicazione. I componenti coloranti sono principalmente lacche o pigmenti e sono presenti nei rossetti in una percentuale che va dal 3 al 10 %.La storia dell'antabuse
L'effetto dell'antabuse fu rilevato in Danimarca, presso una società farmaceutica, la cui politica aziendale prevedeva che i dipendenti provassero sulla loro persona i nuovi farmaci prima di immetterli in commercio. Così accadde per un antielmintico (un prodotto contro i vermi intestinali) messo appunto dal dr. JENS HALD. Il principio chimico del farmaco era il disulfiram. Hald cominciò a provare il farmaco su se stesso, e lo stesso fece il direttore delle ricerche della società, dr. Erik Jacobsen. Essi presero una pillola di disulfiran al giorno per alcune settimane. Per la maggior parte del tempo i due non accusavano nessun effetto, ma in alcuni giorni gli effetti si facevano sentire. Una sera Hald si fece una bevuta di cognac con un amico. Immediatamente si sentì male, mentre l'amico no. Egli comprese allora che i precedenti malori coincidevano con i pasti durante i quali beveva alcolici. Ne parlò con Jacobsen, e anch'esso confermò il sospetto che fosse il disulfiram con l'alcol a causare vomito e diarrea. Vennero effettuate ulteriori prove su altri colleghi, e i sintomi furono gli stessi, e venne confermata la scoperta. Pochi anni dopo, Jacobsen in un pubblico incontro raccontò questa storia, come aneddoto divertente, la quale venne anche riportata sul giornale. E come risultato parecchi alcolizzati scrissero a Jacobsen chiedendogli le pillole di disulfiram.giovedì 11 marzo 2010
Il neon
mercoledì 10 marzo 2010
Il malessere del mattino dopo la sbornia e come evitarlo
L'organismo trasforma l'alcol dapprima in acetaldeide, poi in acido acetico e infine in anidride carbonica. I postumi della sbornia, mal di testa e nausea, molto probabilmente sono causati dall'acetaldeide. Gli effetti dell'alcol si manifestano appena inizia il suo assorbimento, mentre quelli del suo sottoprodotto, l'acetaldeide, un po' di tempo dopo. L'alcol a mano a mano scompare e si riacquista la sobrietà, ma via via che si forma l'acetaldeide, si risentono i suoi effetti come postumi di una sbornia. In teoria è possibile tornare subito sobri aumentando l'ADH, ma sicuramente i rimedi popolari come una doccia calda, la ginnastica, un caffè forte o mettere la testa sotto il rubinetto dell'acqua fredda non servono. L'acetaldeide, viene eliminata lentamente, ed è proprio questo a causare i disturbi del mattino dopo. Non esiste ancora una medicina capace di accelerare l'eliminazione dell'acetaldeide ma alcuni dei seguenti suggerimenti possono alleviare la pena: - bere un bicchiere di latte prima di inizare a bere alcolici; - bere soltanto un tipo di bevanda alcolica; - bere prima di coricarsi mezzo litro di acqua; - a colazione mangiare qualcosa di dolce (questi alimenti contengono molto fruttosio che stimola la formazione del NAD il quale favorisce il metabolisco dell'alcol). Il rimedio tradizionale per il malessere del mattino dopo è quello di farsi un altro bicchierino. Consiglio valido solo per gli alcolizzati, per i quali il malessere è un sintomo di astinenza. GLI ALCOLIZZATI CHE VOGLIONO SMETTERE DI BERE POSSONO. Possono curarsi con l'Antabuse. Esso blocca l'enzima che trasforma l'acetaldeide in acido acetico. L'assunzione di modeste quantità di alcol per chi è in cura con l'antabuse, porta ad innescare uno stato di profondo malessere come nausea, vomito, diarrea, male al torace e alla testa. Data l'esperienza così spiacevole i soggetti per tutta la durata della cura, evitano di bere. Inoltre tali pazienti devono prestare molta attenzione all'assunzione di determinati prodotti, poichè contengono alcol, come colluttori e sciroppi contro la tosse.







