Carissimi ragazzi,
venerdì 10 settembre 2010
Blog: The End
Carissimi ragazzi,
lunedì 16 agosto 2010
Papershow
Si tratta di carta comune (con un'area speciale) e di una penna digitale che invia radiocomandi ad un ricevitore collegato ad un PC.
A settembre 2010 dovrebbe essere disponibile una versione specifica per l'insegnamento. Qui il link ad un’esperienza d’uso sul “campo”.
"The Straight Story" - regia di David Lynch (1999) - Clicca qui
mercoledì 28 luglio 2010
ABC di un anno scolastico di Tullio Carapella. Riflessioni sull'anno scolastico 2009-2010. Clicca qui.
B come BESTIE
C come CRISI
... R come Recupero
giovedì 8 luglio 2010
lunedì 7 giugno 2010
venerdì 4 giugno 2010
Book
Da "Diario di scuola" di D. Pennac
"Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che prova la stessa sinfonia. E se hai ereditato il piccolo triangolo... o lo scacciapensieri..., la cosa importante è che facciano... il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all'insieme. Siccome il piacere dell'armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera così brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica". mercoledì 26 maggio 2010
L' amicizia
Da: "Diario di scuola" di D. Pennac
Della bellezza
Riproduzione di Silvia Salvadori: www.bottegadartetoscana.it
Popolo d'Orfalese, la bellezza è vita quando la vita disvela
il suo volto benedetto.
Ma voi siete la vita e siete il velo.
La bellezza è l'eternità che si contempla in uno specchio.
Ma voi siete l'eternità e siete lo specchio.
martedì 25 maggio 2010
Demarco: She's my baby
domenica 23 maggio 2010
Divertirsi a fare podcast.
Un bacio. La prof.
P. S. Sullo stesso tema, su youtube un video di Alberta Cuoghi (Clicca qui).
sabato 22 maggio 2010
V Canto-Inferno
venerdì 21 maggio 2010
All' Italia (Francesco Petrarca)
I miei versi
La gloria di colui che tutto move per l'universo penetra, e risplende in una parte più e meno altrove. Nel ciel che più de la sua luce prende fu' io, e vidi cose che ridire né sa né può chi di là sù discende; perché appressando sé al suo disire, nostro intelletto si profonda tanto, che dietro la memoria non può ire.martedì 18 maggio 2010
mercoledì 12 maggio 2010
sabato 8 maggio 2010
"Those things that hurt, instruct"- Benjamin Franklin
[Parentesi: cos’è l’Education 2.0? È l’impiego degli strumenti del web 2.0 in ambito educativo. Il web 2.0 consente agli internauti di produrre e condividere contenuti per il web (testi, audio, video, animazioni) con strumenti relativamente semplici, senza dover conoscere linguaggi informatici specifici (html, etc.). Blog, forum, chat, wiki, social s.w. per la condivisione di siti preferiti, foto, video, documenti, social network come Facebook, MySpace, Linkedin, etc., appartengono tutti a questo panorama. Il termine web 2.0 è usato in contrapposizione a web 1.0 in cui l’utente era solo fruitore di pagine web].sabato 1 maggio 2010
Catch the wind
"...Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi".
A. Merini
martedì 20 aprile 2010
La dismissione della scuola (clicca qui)
"Modern morality consists in accepting the standard of one’s age. I consider that for any man of culture to accept the standard of his age is a form of the grossest immorality".giovedì 15 aprile 2010
Un'antica favola indiana
In un'antica favola indiana, alcuni uomini ciechi si trovano per la prima volta di fronte ad un elefante. Nessuno di loro conosce, nè ha mai sentito, dell'esistenza di un siffatto animale. Si accostano quindi cautamente all'elefante e ciascuno tocca la parte dell'animale che gli è più prossima... "L'elefante è una colonna!", esclama il primo uomo che tocca una delle gambe. "Oh, no! È come una fune!", dice il secondo, che sta toccando la coda. "No! È come il ramo di un albero!", dice il terzo, che sta toccando la proboscide. "È un grosso ventaglio!", dice il quarto, che sta toccando l'orecchio dell'elefante. "È come un grosso muro!", dice il quinto, che sta toccando il ventre. "Oh, no! L'elefante è un tubo solido!", esclama il sesto uomo, che sta toccando una zanna. E così iniziano a litigare e a diventare sempre più agitati. Un uomo saggio passa di lì per caso e, vedendoli, chiede loro: "Qual è il problema per cui litigate in questo modo?". I sei non vedenti rispondono: "Non siamo d'accordo sulla forma dell'elefante". E ciascuno racconta nuovamente la propria versione.giovedì 25 marzo 2010
VANTAGGI E SVANTAGGI DELL’USO DI INTERNET.
Birra e salute: gli effetti collaterali di un uso consapevole
venerdì 19 marzo 2010
Riflettiamo insieme
Prima di cercare di stimolare un dibattito che coinvolga i colleghi docenti, mi piacerebbe sapere quanto di ciò che è proposto in essi vi appartiene veramente, se una didattica veicolata con modalità più tecnologiche o comunque più vicine al vostro modo di comunicare, coinvolgendovi maggiormente, potrebbe seriamente incidere e aiutarvi ad essere protagonisti più attivi, artefici più consapevoli della vostra crescita culturale... Fermo restando che:
- "il problema non è cosa usiamo, ma il come lo usiamo e il perchè...";
- "per trasformare le informazioni in conoscenze occorre non solo ancorarle a ciò che l'alunno conosce già (preconoscenze) ma anche all'orizzonte di senso che caratterizza la sua vita" (prof. G. Buonaiuti - Università di Firenze).
La prof.
Un'inquietante realtà... da cui non si può prescindere. Vogliamo parlarne insieme?
Come si apprende nel nuovo millennio?
Come apprendono i "nativi digitali"?
mercoledì 17 marzo 2010
Martin Luther King
''I HAVE A DREAM'' I have a dream that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: '' We hold these truths to be self-evident, that all men created equal.'' I have a dream that one day on the red hills of Georgia the sons of former slaves and the sons of former slave owners will be able to sit down together at the table of brotherhood. I have a dream that my four little chinldren will one day in a nation where thay will not be judged by the color of their skin but by the content of their character.
martedì 16 marzo 2010
Una poesia di Maria Teresa di Calcutta
domenica 14 marzo 2010
Perché le persone gridano quando sono arrabbiate? Leggete questo pensiero di Mahatma Gandhi.
Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli: "Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?" "Gridano perché perdono la calma" rispose uno di loro. "Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore. "Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?" Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore. Allora egli esclamò: "Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano." Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."
sabato 13 marzo 2010
Bagnischiuma
Bibliografia: La chimica di tutti i giorni di G. Vollmer e M. Franz- Ed. Zanichelli.
L'alcool e la chimica del nostro corpo
Bibliografia: Prodotti chimici- Guida per il consumatore- J. Emsley - Ed. Zanichelli.
Che cosa rende dolce una molecola?
La maggior parte di noi considera gli aromi come riserva speciale di cuochi e pasticceri, e ne considera l’impiego come un’arte, non come una scienza. Invece l’aroma fa parte della chimica alimentare. La chimica del gusto ha fatto grandi progressi negli ultimi anni nella comprensione di almeno uno dei sapori principali: il dolce.
Si ritiene che il gusto del dolce sia legato, oltre alla composizione molecolare, anche alla capacità della molecola di soddisfare una geometria triangolare. A un angolo del triangolo ci deve essere un atomo di idrogeno (H), che deve unirsi all’ ossigeno (O) o all’azoto (N) sul recettore. Nel far ciò esso forma un cosiddetto legame a idrogeno. Si tratta di una debole interazione basata sull’attrazione tra un atomo di idrogeno e uno di ossigeno o azoto. Al secondo angolo ci deve essere un atomo di ossigeno o di azoto che attragga un idrogeno presente sul recettore, formando anche in questo caso un legame a idrogeno. al terzo angolo sono posizionati atomi di idrogeno che non devono essere coinvolti in legami a idrogeno: essi sono legati ad atomi di carbonio (C). Se ci sono questi componenti nelle giuste posizioni, si può essere certi che la molecola avrà un sapore dolce. Il triangolo del dolce che si adatta a un recettore è simile a una spina elettrica che si adatta a una presa appropriata; quando molecola e recettore si adattano una corrente viene trasmessa al cervello e si avverte il sapore dolce. Anche se possiamo progettare e preparare una molecola dolce, vi sono fattori che la possono rendere praticamente inadatta. La maggior parte dei dolcificanti scoperti finora sono sensibili al calore, il che è un grave inconveniente. Il dolcificante perfetto non è ancora stato scoperto o progettato, benché sene possano prevedere le caratteristiche: deve essere migliaia di volte più dolce dello zucchero, ma con lo stesso gusto e lo stesso aroma “pieno”; non deve avere alcun retrogusto; deve essere atossico e acariogeno; deve passare inalterato nel nostro organismo. Non si devono trascura neanche le esigenze dei produttori: deve essere facile da preparare e purificare e deve conservarsi a lungo. Deve essere solubile in acqua e alcool, resistere agli acidi, e deve essere stabile alle temperature della cottura dei cibi. Sappiamo che il dolcificante perfetto non risolverebbe il problema del sovrappeso che affligge i paesi dell’Occidente, può essere addirittura controproducente, se incoraggiano la gente a mangiare di più i cosiddetti alimenti dietetici.





















